Senza soldi e da impatto zero: già bocciata la Manovra

Prime bocciature per la Manovra: Corte dei Conti e Istat gelano il governo, che intanto rilancia il contributo delle banche.

Senza soldi e da impatto zero: già bocciata la Manovra

Neanche il tempo di metterla a punto, che la Manovra del governo Meloni viene già smontata. Dall’Istat, secondo cui non avrà effetti sulla crescita. E dalla Corte dei Conti, che parla di spazi molto stretti per qualsiasi intervento. Buone notizie per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non ne arrivano dalle prime audizioni al Senato sul Dpfp. Che così, insieme a Giorgia Meloni e Matteo Salvini, torna a chiedere un contributo alle banche per la Legge di Bilancio. D

i positivo c’è la “buona tenuta” della finanza pubblica, come dice la Corte dei Conti sottolineando che però lascia “spazi molto stretti per politiche espansive” per sostenere domanda e redditi. Pochi soldi per il taglio dell’Irpef, quindi. C’è poi un ulteriore rischio per la crescita, nel 2026, che potrebbe “risentire di un eventuale differimento degli investimenti pubblici legati al Pnrr”. Ci sono poi le preoccupazioni per i “forti disallineamenti” del Fondo sanitario nazionale che portano disavanzi in sempre più Regioni. Elementi a cui aggiungere i rischi derivanti dallo scenario globale e dai dazi.

Prime bocciature per la Manovra: crescita ferma

Non è più morbido il giudizio dei rappresentanti dell’Istat, secondo i quali la manovra da 16 miliardi non sarebbe in grado di “incidere sul Pil”. Una Legge di Bilancio a crescita zero, insomma. Con un effetto minimo (+0,1%) solamente nei due anni successivi. Di interventi urgenti, invece, ce ne sarebbero: l’Istat chiede di non sottovalutare le dinamiche nelle aziende che favoriscono i 50enni e penalizzano i giovani, “risorse scarse” e da trattare “con i guanti bianchi”. C’è poi l’emergenza salari, che riguarda soprattutto i giovani. Il recupero delle retribuzioni reali è iniziato ma è lento ed “esiste ancora una differenza del 9,1% rispetto a gennaio 2021”.

Nella maggioranza ci sono ancora nodi da sciogliere. Mentre si rilancia il contributo delle banche, oggi si terrà una riunione tra i leader per trovare la sintesi. Tappa fondamentale prima della convocazione (venerdì 10 ottobre) a Palazzo Chigi dei sindacati che prelude al Consiglio dei ministri che varerà la Manovra lunedì 13 ottobre. Le questioni in sospeso di questa Manovra, per ora da soli 16 miliardi e nel segno dell’austerità con 10 miliardi di tagli, sono diverse, a partire dall’entità del taglio dell’Irpef per il ceto medio (fino a 50mila o 60mila euro). Da definire anche l’ampliamento delle misure per la natalità, il percorso di aumento delle spese per la Difesa e la sterilizzazione dell’aumento dell’età pensionabile di tre mesi dal 2027. Con una nuova certezza, riaffermata da Meloni: anche quest’anno si può chiedere una mano alle banche.