Non ce l’ha fatta Matteo Ricci. L’europarlamentare dem ed ex sindaco di Pesaro, nonostante avesse raccolto attorno a sé il campo progressista del centrosinistra o forse proprio per questo, non è riuscito a riconquistare la Regione Marche. Che rimane nelle mani di Francesco Acquaroli, fedelissimo della premier Giorgia Meloni che gli ha portato in dono la Zes e i fondi del Cipess. Acquaroli si riconferma col 52,4% contro il 44,4% di Ricci.
L’affluenza ha penalizzato la sinistra
Sul voto ha giocato un ruolo determinante l’affluenza. Che ha registrato un vero e proprio crollo. Nei 1.572 seggi ha votato il 50,01% degli aventi diritto, praticamente un marchigiano su due è rimasto a casa. Il calo è netto, -9,74% rispetto alla precedente tornata elettorale del 2020 quando la percentuale si era assestata al 59,75%, poco meno di dieci punti percentuali.
Esulta Meloni: “Francesco Acquaroli vince le elezioni regionali nelle Marche confermandosi presidente. Gli elettori hanno premiato una persona che in questi anni ha lavorato senza sosta per la sua regione e i suoi cittadini. Sono certa che continuerà nel suo impegno con la stessa passione e determinazione”, scrive sui social la presidente del Consiglio.
L’amarezza dei progressisti
“C’è amarezza per ciò che mi è successo personalmente, ricevere un avviso di garanzia in piena campagna elettorale mi ha colpito, mi ha colpito la strumentalizzazione sui media dell’altra parte politica e purtroppo qualche effetto l’ha avuto”, confessa Ricci.
“Abbiamo costruito un progetto di cambiamento per le Marche perché siamo molto preoccupati, ma i marchigiani hanno scelto la continuità, sapevamo che era una battaglia complicatissima, mi sono messo a disposizione di questo progetto, ho dato il 200 per cento di quello che potevo dare e penso si sia visto”, ha detto l’europarlamentare dem. “Le forze in campo sapevamo che erano sbilanciate, per ogni nostro manifesto ce ne erano sei degli altri, è stata una lotta impari dal punto di vista delle risorse”, ha aggiunto Ricci che poi ha ringraziato i leader politici, “Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli e Matteo Renzi” assieme ai militanti, “vi voglio bene con tutto il mio cuore, avrei voluto dare una soddisfazione oggi, ma non ci siamo riusciti. Ora dobbiamo tenere unita questa coalizione. Senza campo largo non si compete neanche”.
Schlein continua sull’unità, Conte invita a riflettere
In serata parla la leader dem che conferma il testardamente unitari. “Sapevamo che non sarebbe stato facile nelle Marche, dove il centrodestra governava già da cinque anni. Ci abbiamo messo tanto impegno ma stavolta non è bastato, ringrazio tutte e tutti i candidati e coloro che si sono dati da fare per la campagna elettorale. Ora ci aspettano altre cinque regioni al voto fino alla fine di novembre e il nostro impegno unitario con la coalizione progressista al fianco dei nostri candidati continua con grande determinazione”, ha detto Elly Schlein.
Per il M5S interviene il leader Giuseppe Conte. “Il responso delle urne nelle Marche premia la continuità con la presidenza uscente di Acquaroli. Ai cittadini marchigiani abbiamo offerto una seria proposta alternativa per realizzare un cambiamento. Dobbiamo prendere atto che questa proposta non ha convinto la maggioranza dei votanti come pure dobbiamo prendere atto che è calata sensibilmente l’affluenza, un dato molto preoccupante che mina alle radici la qualità della nostra democrazia e deve farci tutti riflettere”, dice l’ex premier.
Crolla la Lega, FdI primo partito
Andando a spulciare i risultati dei singoli partiti FdI si conferma sul podio con il 27,5% seguita da Forza Italia (8,6%) e Lega che crolla al 7,3% dal 22% del 2020. A sinistra il Pd è al 22,6%, secondo partito della Regione, seguita da M5S al 5,1% e Avs col 4,1%.