Sgarbi si dimette da sottosegretario

L'annuncio di Sgarbi: "Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario e lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni".

Sgarbi si dimette da sottosegretario

“Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo e lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni”. È quanto ha annunciato il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, a margine di un evento a Milano. “Mi dimetto e lo faccio per voi. L’antitrust – ha aggiunto – ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che, avendo accolto due lettere anonime, che ha inviato all’antitrust il ministro della Cultura, io non posso fare una conferenza da Porro”.

L’annuncio di Sgarbi: “Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario e lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni”

“Comunico ai giornalisti, che se lo potevano aspettare, che mi dimetto da sottosegretario con effetto immediato. Scriverò una lettera alla Meloni” ha annunciato Sgarbi dal palco dell’evento “La ripartenza – liberi di pensare”, organizzato da Nicola Porro. “Io sono solo Vittorio Sgarbi, non sono più sottosegretario. Non voglio essere sottosegretario”, ha spiegato il critico d’arte.

Nei giorni scorsi Sgarbi era stato condannato alla pena pecuniaria di 2000 a euro per l’accusa di diffamazione nei confronti dell’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi. La vicenda risale al febbraio del 2018. Durante una trasmissione televisiva il critico d’arte aveva preso di mira l’amministrazione guidata da Raggi in relazione all’ipotesi di abbattimento di una villa liberty in piazza Caprera, nel quartiere Trieste, definendo la gestione della città come “la Palermo di Ciancimino”.

Il sottosegretario è indagato per furto di beni culturali. Le opposizioni avevano chiesto le sue dimissioni

Ma il sottosegretario del governo Meloni è indagato anche per furto di beni culturali. L’indagine, rivelata nelle scorse settimane dal Fatto Quotidiano, è nata da un’ipotesi di reato sul caso del dipinto attribuito a Rutilio Manetti, trafugato dal Castello di Buriasco nel 2013 e poi riapparso a Lucca nel 2021 come “inedito” di proprietà dello stesso Sgarbi. E proprio per questa accusa le opposizione avevano più volte sollecitato le dimissioni o la revoca delle deleghe da parte della premier Meloni.

L’attacco a Sangiuliano: “Gli uomini che hanno dignità non accolgono lettere anonime”

“Il ministro Gennaro Sangiuliano non l’ho sentito – ha detto ai giornalisti Sgarbi -, non ci parliamo dal 23 ottobre quando mi ha dato la delega per andare a occuparmi della Garisenda. Non potevo sentire una persona che riceve una lettera anonima e la manda all’Antitrust. Le lettere anonime si buttano via, gli uomini che hanno dignità non accolgono lettere anonime. L’Antitrust dice ‘dalle lettere anonime che abbiamo ricevuto’, le ha inviate il ministro. Tutto quello che hanno dichiarato arriva da lettere anonime”.