Sì al taglio del cuneo fiscale. Ma prima detassare le imprese. Parla l’economista Sapelli: “Qui la green economy c’è già. La sfida più dura sta nell’eliminare la burocrazia”

Professor Giulio Sapelli, in Italia si è riaperto il dibattito sulla necessità di una fiscalità. In questi giorni vi è un’ampia discussione all’interno dello stesso Governo, con posizioni spesso diverse. A suo avviso, da economista, di cosa ha realmente bisogno il Paese per ripartire e per aver un Fisco più giusto?

La mia stella polare sono le guide economiche per la crescita. E qualsiasi politica economica diretta alla crescita non puo basarsi su un aumento della tassazione. Per stimolare la crescita le tasse non fanno bene. Mai. Veniamo inoltre da un periodo del primo Governo Ciampi che ha colpito pesantemente le imprese, tassando l’occupazione. Dopo qualcosa si è fatto per cambiare, ma non abbastanza.

E’ favorevole alla riduzione del cuneo fiscale?
Il cuneo fiscale va bene ma con moderazione e contrattando con le organizzazioni sindacali, che stanno avendo una rinascita negli stessi Stati Uniti. Non si possono massacrare i lavoratori, mentre qui in Italia è l’unico posto dove anche i sindacati non si occupano di chi lavora. Occorre insomma essere cauti per non distruggere le possibilità di crescita del mercato interno ed è necessario soprattutto deburocratizzare e detassare l’impresa.

E per recuperare sui mancati aumenti dell’Iva cosa pensa sia meglio fare?
Intervenire sui costi standard, sulla spesa della pubblica amministrazione. Con tagli non lineari ma strutturali e con politiche di vendita di asset immobiliari dello Stato. Spero nel nuovo ministro, che è bravissimo e che proprio non essendo un economista può fare bene. Guidi lui l’incrocio tra maghi e tecnocrati che rischiano di uccidere l’Italia.

Crede anche lei nella green economy, nell’eliminazione ad esempio dei sussidi ambientalmente dannosi e nella generale rivoluzione che potrebbero portare gli investimenti verdi?
Il dibattito che ne è nato è incredibile e incredibilmente non si sono risentiti gli industriali, visto le nostre aziende sono già tra le migliori dal punto di vista ecologico. Parliamo di realtà che hanno fatto tantissimo, che sono le migliori al mondo. La green economy in Italia c’è già e gli imprenditori dovrebbero dirlo all’unisono.

Poi c’è la polemica sulla tassazione delle merendine.
Ma per favore. Non facciamo queste cose. Un conto è la politica sanitaria, ma sul resto non ho parole. Era a questo punto più serio il comandante Lauro quando proponeva un chilo di pasta. Su una cosa del genere c’è solo da vergognarsi.

Con l’attuale Governo si è tornati a parlare del taglio del cuneo fiscale, mentre con il precedente si insisteva molto sulla flat tax. Quest’ultima iniziativa la convinceva?
No perché la flat tax non è la soluzione. Va sempre rispettata l’imposta progressiva e ripeto che a mio avviso quel che è necessario è la diminuzione delle tasse alle imprese. Ritengo che si debba arrivare ad abolire le stesse tasse sugli occupati.

Molto dipenderà anche dall’Unione europea. L’Esecutivo, per puntare sulla crescita, ha bisogno di flessibilità da parte di Bruxelles. Ritiene che l’Europa sia disposta realmente a rivedere le politiche del rigore e ad essere così più flessibile rispetto al passato con l’Italia?
Questo ancora non lo so. è ancora tutto da vedere. Mi incoraggia però quello che sta succedendo in Germania, dove c’è un movimento di uomini di cultura che sta combattendo contro la politica dell’austerità. Saranno loro, a mio avviso, i primi a cambiare e a seguire i francesi. Grazie a questo fenomeno riusciremo anche noi ad andare avanti con politiche espansive.