Si tratta sulla prescrizione. M5S e Pd cercano l’intesa sulla riforma. Intanto però Italia Viva scende in piazza contro la norma. Ormai Renzi parla come Berlusconi

E all’improvviso sulla prescrizione le tensioni si allentano, i toni si fanno più concilianti. Tra Pd e M5S trovare un accordo non è più mission impossible. Il primo gennaio entrerà in vigore la norma che cancella la prescrizione dopo le sentenze di primo grado. I pentastellati la difendono con i denti. I dem pretendono contromisure, garanzie che assicurino la ragionevole durata del processo. Eppure la mattinata era iniziata col solito tran tran di minacce. “La riforma della prescrizione è nelle mani del premier, non certo delle veline del M5S”, dichiara il capogruppo dem Andrea Marcucci. “Chiediamo una soluzione rapida, vorremmo fosse nell’ambito della maggioranza. Se così non fosse, dobbiamo immaginare di individuare in Parlamento delle alternative”, rilancia la renziana Maria Elena Boschi. Italia viva, in realtà, balla da sola. è pronta a votare la proposta del forzista Enrico Costa.

E ieri è scesa in piazza con i penalisti contro la riforma Bonafede. “Se c’è da votare qualcosa che evita un danno per gli italiani voto anche con Topolino”, fa sapere Matteo Salvini. A stretto giro rispondono i grillini: “Con le minacce non si va da nessuna parte. È opportuno dimostrare di essere leali”. Il ministro Alfonso Bonafede è il primo a deporre l’ascia: “Mi rifiuto di pensare che una maggioranza in cui ci sono il M5S e il centrosinistra possa mettere in crisi un governo sulla prescrizione”. E dice di vedere “praterie” per un accordo con i dem. A stemperare i toni è, poi, il capo politico M5S Luigi Di Maio: “Ogni buona proposta che punti a far pagare chi deve pagare e vada dunque nella direzione auspicata dal Movimento è ben accetta. Siamo al governo per fare le cose e le cose si fanno insieme”. “Si è riaperta un’interlocuzione con il M5S”, conferma Andrea Orlando, vicesegretario del Pd. Che fa sapere di aver annunciato (via telefono) a Bonafede e al premier che a breve il Pd presenterà loro una proposta sulla prescrizione. Obiettivo: “Risolvere un cortocircuito determinato dalla norma ‘Bon-Bon’, Bonafede-Bongiorno”.

In mattinata i dem che seguono il dossier giustizia si sono riuniti. Due le proposte messe sul tavolo: allungamento della sospensione della prescrizione dopo il processo di primo grado (dagli attuali 18 mesi previsti dalla riforma Orlando a due o tre anni); prescrizione processuale (per i diversi gradi di giudizio). Il Guardasigilli avverte: “Sì a proposte ma no a strumenti per far rientrare la prescrizione con un altro nome”. Il governo ha meno di un mese per trovare una soluzione. “Prima della data di entrata in vigore della prescrizione, troveremo un accordo sulla giusta durata del processi”, dice il ministro e capodelegazione dem al governo, Dario Franceschini.

Di Maio in serata puntualizza: “Sì a proposte sui tempi dei processi, no a mettere in discussione la prescrizione”. Il ministro degli Esteri replica pure a Orlando che aveva definito “una stupidaggine” sulla prescrizione citare il caso dell’Eternit (lo ha fatto il ministro Fabiana Dadone). “Non credo sia una sciocchezza parlare dei processi Eternit e di come una serie di furbi l’abbiano fatta franca in questi anni”, replica Di Maio. Nella speranza che i toni non tornino nuovamente a infiammarsi.