La Sveglia

Siamo al paradosso… di Polito. Bestiario elettorale senza freni

Per il giornalista Antonio Polito la leader di FdI, Giorgia Meloni, cavalca verso il centro. Ma in realtà è la stampa a sbandare a destra.

Insieme per il Futuro (il partitino di Luigi Di Maio) perde pezzi prima di iniziare. Divergenze politiche? Figurarsi. Si tratta di posizioni non buone in lista. Il deputato Antonio Lombardo lascia il gruppo di Di Maio per confluire nel gruppo misto. Avrebbe contribuito alla scelta di lasciare il partito la sua candidatura sfavorevole nel quarto posto del Proporzionale Camera Sicilia 2-P02. Pensava che fosse il suo, di futuro.

REDDITO SENZA CITTADINANZA
Scrive Matteo Renzi, leader di Italia Viva: “Il reddito di cittadinanza raccontato ai ragazzi. La destra difende il reddito che ha votato con Salvini, la sinistra difende il reddito che ha votato con Di Maio, i 5S difendono il reddito che hanno votato con Conte. Gli unici seri su questo siamo noi #ItaliaSulSerio #Calenda”. Ma davvero? Per niente. Anche Italia viva ha votato misure a favore del reddito di cittadinanza. Per esempio, la legge di Bilancio per il 2021, approvata dal governo Conte II a dicembre 2020, ha aumentato i finanziamenti alla misura.

Italia viva, cioè Renzi, faceva parte di quel governo. A proposito, il programma di Renzi/Calenda non propone di eliminare il Reddito di cittadinanza (come viene ripetuto tutti i giorni) ma di “consentire concretamente alle agenzie private di trovare lavoro ai percettori del reddito”.

IL PARADOSSO DI ANTONIO POLITO
Lo spiega su Twitter il giornalista Simone Fontana: “Definiremo ‘paradosso di Antonio Polito’ quella particolare illusione ottica che fa sembrare Giorgia Meloni in costante movimento verso il centro moderato, quando invece è il racconto giornalistico a galoppare provvidenzialmente verso destra”. Una sintesi perfetta. Anche se sembra il paradosso di quasi tutta la stampa italiana.

UN SEGGIO VAL BENE UNA PROMESSA
Il sito Pagella Politica ha analizzato i programmi elettorali dei partiti. Tenetevi forte. Scrivono: “Più di nove promesse elettorali su dieci, contenute nei programmi dei principali partiti candidati alle elezioni, non hanno coperture economiche. Detta in parole semplici: i politici promettono agli elettori che introdurranno centinaia di interventi, senza però quasi mai dire dove prenderanno i soldi per finanziarli”.

Tra le 328 proposte isolate nei quattro programmi, solo in 13 casi sono specificate, a volte anche solo in linea generale, le risorse per finanziarle: in oltre il 96 per cento dei casi, le coperture mancano del tutto. Capolavoro del cosiddetto terzo polo (che poi sarebbe il quarto). Scrive Pagella Politica: “Nessun programma elettorale contiene mai le coperture finanziarie. Noi invece non fuggiamo dal problema. Perché è venuto il tempo della serietà”, recita il programma dei partiti guidati da Carlo Calenda e Matteo Renzi.

Il problema è che non è chiaro quante risorse intendono recuperare dall’evasione fiscale e quante dalla riduzione della spesa della pubblica amministrazione. E soprattutto non è chiaro, visto che mancano le cifre precise, quante delle promesse in spesa sarebbero coperte.

ELODIE LE CANTA A MELONI
A proposito del fatto che il femminismo non c’entra niente con l’elezione di una donna come premier, interviene la cantante Elodie: “Il problema è che (la Meloni) parla come un uomo del 1922”. In effetti…

LA CAMPAGNA DEI PARADOSSI
Enrico Letta in riunione con i candidati dice che “con il Rosatellum siamo di fronte a uno scenario da incubo”. Questa legge elettorale fa schifo a tutti. Eppure la legge venne approvata approvata in via definitiva al Senato il 26 ottobre 2017 con il voto favorevole di tutti tranne Giorgia Meloni che oggi la usa per vincere. Hanno aperto il recinto e si stupiscono che i buoi scappino…

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