Silvio punta a perdere. Vuole la pace con Renzi. Sfida finale nel centrodestra, tra patto del Nazareno e Le Pen italiani

di Lapo Mazzei

Di argomenti politici, di programmi seri, di questioni cruciali, sul tavolo dei partiti in campo non c’è nemmeno l’ombra. Tutto quello che si muove attorno e dentro il dibattito sulle candidature per le amministrative è puro chiacchiericcio, al limite del gossip. Che non risparmia nessuno. “Giorgia Meloni faccia la mamma”, una battuta più che un invito, come ha chiarito poi Guido Bertolaso, riferendosi alle affermazioni fatte a “In onda” su La7, è diventato il nodo cruciale della partita romana. Altro che buche e città allo sfascio. A Milano invece la “forma” della candidata grillina Patrizia Bedori ha sformato il quadro che si era andato delineando, facendo saltare tutto nel campo dei cinque stelle.

SCONFITTE ASSICURATE – Insomma, roba da Novella 2000 più che da campagna elettorale. Tanto che il candidato di Silvio Berlusconi per il Campidoglio ha bocciato l’ipotesi di un ticket con la leader di Fratelli d’Italia: “Non vedo perché qualcuno debba costringerla a fare campagna elettorale. Dopo potrà tranquillamente diventare la leader dell’Italia futura”. Altra battuta, che assomiglia ad in invito. Ma è possibile che il livello sia davvero questo? Oppure dietro a tutto ciò c’è una strategia? A Roma sono in molti a pensare che Berlusconi voglia perdere e Matteo Salvini non abbia nessuna voglia di vincere mentre la Meloni mirerebbe solo a tenere insieme quel che resta del suo partitino personale in modo da garantirsi il posto in Parlamento, visto che Francesco Storace è pronto ad accogliere tutti i delusi di Fratelli D’Italia. Questo gioco al massacro, in particolare per Forza Italia, sarebbe un’exit strategy per tirarsi fuori dalla palude romana e assecondare le linee del patto del Nazareno che nella imminenza di un voto torna di attualità. In pratica Berlusconi garantendo a Matteo Renzi la vittoria a Milano e Roma porta a casa il salvacondotto per le sue aziende e per i temi spinosi che dovranno essere affrontati in parlamento. Di fatto il governo delle due città non interessa né al premier né al Cavaliere. Ma se per l’inquilino di Palazzo Chigi ne va di mezzo l’immagine a Berlusconi interessa solo l’effetto pratico. Fra le voci che girano a Roma, e che confermerebbe la tesi della non vittoria come scelta, una è particolarmente succulenta .

ROTTURE – Secondo il gossip capitolino Gianni Letta sarebbe in rotta di collisione con Berlusconi e al lavoro per sostenere Alfio Marchini, in nome e per conto di quei poteri forti della Capitale che guardano oltre le beghe di cortile del centrodestra. Non solo. I verdiniani sarebbero sempre più propensi a votare Roberto Giachetti se Marchini dovesse incassare il sostegno della Lega. “Quando Meloni sentirà gli alleati, Berlusconi le dirà che il candidato di Forza Italia è Guido Bertolaso. Lei poi se vuole andarsi a schiantare contro il Marco Aurelio si candidi pure”. Questa, secondo quanto affermano fonti interne a Forza Italia, sarà la risposta che Silvio Berlusconi darà alla leader di Fdi. “Bertolaso è stato scelto insieme da Berlusconi, Meloni e Salvini”, ricordano da Forza Italia, “ la stessa Meloni aveva chiesto di anticipare le gazebarie e poi, dopo che 47mila romani si sono espressi, cosa fa? Ci ripensa e si candida.