L’offerta autunnale della Rai avvalora ancora una volta l’etichetta di “TeleMeloni”. Si intitola “Che Magnifica Impresa” il programma che Mario Sechi, ex portavoce della premier Giorgia Meloni e direttore di Libero, condurrà dal 26 novembre in prima serata su Rai Storia.
‘’Di giorno, con Libero, potrà continuare a lavorare alla fanfara del governo e all’attacco delle opposizioni, la sera si potrà invece dilettare nella conduzione di un programma Rai su ‘l’Italia che ce la fa’ ai tempi del governo Meloni. Quella del direttore Sechi è davvero una carriera fruttuosa: con lui nasce in Rai il ‘servizietto pubblico’. Chiederemo un’audizione dei vertici Rai in vigilanza su questo ennesimo caso che alza l’allerta amichettismo a viale Mazzini”, dichiarano i deputati dem della commissione di vigilanza Rai.
L’auto-difesa di Sergio e Rossi
I nuovi palinsesti puntano su Carlo Conti e Stefano De Martino, chiacchierato quest’ultimo per la sua presunta vicinanza alla sorella della premier, Arianna Meloni. Serena Bortone, dopo le polemiche (e la sanzione) per il caso Scurati, avrebbe preferito Radio2. “La censura non c’è mai stata, la sua scelta è questa”, ha annunciato l’ad Rai, Roberto Sergio.
E gli occhi ieri alla presentazione dei nuovi palinsesti Rai erano puntati sui vertici dell’azienda, a fine mandato. “La Rai è un’azienda sana, attiva e pronta a nuove sfide di mercato”, rivendica l’ad. Spazio anche al vittimismo quando dice che non gli era “mai capitato un assedio come quello che l’azienda ha vissuto quotidianamente”.
Sul piano personale, l’Ad si dice “molto soddisfatto” e spiega di non essersi mai sottratto: “Ho cercato di metterci sempre la faccia a tutela di tutti i colleghi e dei talent più attaccati nei singoli momenti”, anche se, ammette, “qualche esternazione sarebbe potuta essere più cauta”.
E cita il caso del comunicato letto da Mara Venier a Domenica in dopo l’appello anti-genocidio di Ghali sul palco dell’Ariston. “Lo avrei fatto dire diversamente, dalla struttura e non da Mara: il caso non è stato gestito in termini di comunicazione nel modo più consono”. Sergio liquida come menzognero il report europeo che ha acceso un faro sull’indipendenza dei media in Italia. “Una fila di menzogne, scritto da quattro professori e portato in Europa”.
In attesa che il governo trovi un accordo sui nuovi vertici di Viale Mazzini, Sergio si dice tranquillo: “Sono un uomo Rai, un dirigente Rai, farò quello che l’azienda mi chiederà di fare”. Accanto a lui il direttore generale Giampaolo Rossi, da mesi indicato nei rumors come ad in pectore.
“Non mi sento sulla graticola – dice Rossi – i ritardi legati a complessità di tipo politico e normativo spero si risolvano al più presto, perché la Rai ha bisogno di nuovi vertici il prima possibile”. Su un punto Sergio e Rossi sono d’accordo: l’azienda ha bisogno di “risorse certe”.
Per questo apprezzano le parole dell’ad Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, che ha criticato la proposta della Lega di aumentare il tetto pubblicitario della tv pubblica e tagliare il canone. Rossi è convinto che “indebolire Rai e Mediaset significherebbe indebolire un’intera filiera industriale nazionale”.
I nuovi palinsesti Rai puntano su Conti e De Martino
Intanto la prossima stagione punta su Conti e De Martino. Il primo farà Sanremo, Tale e quale show, lo Zecchino d’Oro. De Martino, blindato da Viale Mazzini con un contratto di 4 anni, debutterà su Rai1 con Affari tuoi; lo attendono poi una nuova stagione di Stasera tutto è possibile su Rai2, show di prima serata su Rai1 e dal 2027 un’opzione per il festival.
Su Rai3, accanto ai marchi storici, da Report a Chi l’ha visto, ecco Insider di Roberto Saviano, stoppato l’anno scorso, Lo Stato delle Cose con Massimo Giletti, A Casa di Maria Latella.