Il solito Renzi, parla a Draghi perché Conte intenda. La Merkel elogia l’Italia sui vaccini e per il leader di Italia Viva è soltanto merito suo. Peccato che con Giuseppi eravamo primi in Ue

La Merkel elogia l'Italia sui vaccini e per il leader di Italia Viva è soltanto merito suo. Peccato che con Conte eravamo primi in Ue.

Il solito Renzi, parla a Draghi perché Conte intenda. La Merkel elogia l’Italia sui vaccini e per il leader di Italia Viva è soltanto merito suo. Peccato che con Giuseppi eravamo primi in Ue

Ci risiamo. Matteo Renzi non può fare a meno del riflesso patellare di appropriarsi dei meriti altrui. Ieri Angela Merkel ha lodato l’Italia per la sua condizione vaccinale e subito l’ex enfant prodige (in negativo) dell’Arno non si è potuto trattenere dal dichiarare: “Angela Merkel dice: quanto vorrei che sui vaccini la Germania fosse come l’Italia. Io dico: grazie Figliuolo, grazie Draghi. Ricorderemo il 2021 come l’anno della svolta: ne valeva la pena”.

SOLITO COPIONE. Intanto l’Italia è solo al quarto posto con una percentuale del 76,67% preceduta dal Portogallo (86,67%), Malta (83,79%) e Spagna (79,42%) – elaborazione Agenas – mentre ai tempi del governo Conte 2 eravamo primi. Peccato che la deduzione logica tra bravura vaccinale e “ne valeva la pena” non sia consequenziale visto che ai tempi del governo Conte eravamo primi in Europa e nel mondo e questo a supporto del fatto che ogni volta che Renzi parla cerca di distorcere la realtà e di strumentalizzare i fatti ai suoi fini propagandistici.

Insomma, l’ex piddino vuol farci credere che ora l’Italia va bene in Europa e la Merkel ce lo accredita grazie a lui che ha fatto cadere Conte e ha piazzato al suo posto McKinsey Draghi. Fake news, notizia falsa, manovra azzardata, visto che con Conte le cose andavano invece molto meglio e i dati sono lì a dimostrarlo. Renzi non si smentisce mai e continua la sua operazione costante e robusta di disinformazione a tappeto cercando di manipolare l’opinione pubblica in vista di elezioni che per lui si stanno prospettando disastrose visti i sondaggi sul suo micropartito di Italia Viva (per miracolo).

L’Uomo di Riyad è ancora tra noi ed inquina la politica tra barbette finte, petroleuro e appropriazione indebita di meriti altrui, disegnando così un modo di fare politica che dà i numeri a quella pur pessima della peggior prima Repubblica. E per questo che le cose da noi non cambiano mai, perché quando l’Italia mostra segni di ripresa si epifanizza il Renzi di turno che la sconquassa e la percuote con la sua malsana modalità di fare politica.

E pensare che Renzi aveva fatto la sua tesi di laurea in legge sulla figura di Giorgio La Pira, il sindaco santo di Firenze. Chissà che direbbe ora di questo suo finto pupillo che all’amore del Dio cristiano antepone costantemente l’amore per il dio Denaro.