Non solo le disdette delle prenotazioni fino al 35% per il vaccino AstraZeneca: un sondaggio di Euromedia Research di Alessandra Ghisleri pubblicato oggi da La Stampa dice che il 60% degli italiani ha dubbi sul siero e uno su cinque vuole rinunciare alla profilassi.
Sondaggi, l’effetto AstraZeneca allarga il partito No-Vax
Appena dieci giorni fa, racconta La Stampa, il 60.4% della popolazione si diceva certa di volersi sottoporre all’inoculazione del vaccino. E il 20.2% era ancora indeciso, ma ben propenso a farsi immunizzare. Insomma un buon 80.0% si sentiva responsabilizzato e sicuro della strada da intraprendere per poter tornare a quella normalità quotidiana tanto agognata. Appena il 7.6% degli intervistati si dichiarava fermo sulle sue posizioni no vax. L’11,8% era incerto ma orientato a non vaccinarsi.
Dopo lo stop ad AstraZeneca quelli che sono convinti di sottoporsi alla vaccinazione sono calati al 45,6%. Insieme a coloro che hanno già ricevuto la seconda dose arrivano al 54,9%, in calo del 5,5% rispetto a dieci giorni fa. Gli indecisi ma propensi crescono del 2,5%, gli indecisi ma non propensi del 2,1% mentre cresce dello 0,9% chi rifiuta il vaccino. Il 45,8% è convinto che tutti i vaccini siano sicuri, mentre il 29,8% no e il 15% li ritiene inutili o dannosi per la salute. Intanto ieri Mario Draghi ha ironizzato sui presunti “interessi tedeschi” dietro lo stop al vaccino Astrazeneca.
Guarda il video: Il video di Draghi che parla di “interessi tedeschi” dietro lo stop ad AstraZeneca
Perché su AstraZeneca si parla di interessi tedeschi? Perché l’azienda farmaceutica Pfizer è tedesca mentre AstraZeneca è una società svedese. Si pensa quindi che la Germania si sia mossa segnalando il rischio di trombosi del seno cervicale per il vaccino allo scopo di soddisfare gli interessi personali dell’azienda. O almeno questo hanno detto o suggerito alcuni, tra cui il partner di maggioranza di Draghi Matteo Salvini.
Il 60% ha dubbi sul vaccino svedese. Un italiano su cinque vuole rinunciare
Ma a domanda diretta ben il 33.1% ha dichiarato di non volersi assolutamente vaccinare con AstraZeneca. Il 29% invece si farebbe vaccinare ma ha paura. In totale più del 60% non è sicuro del vaccino AstraZeneca e ne teme i pericoli. Secondo i numeri di Nando Pagnoncelli di Ipsos illustrati oggi sul Corriere della Sera invece la situazione è meno nera: il 39% ha considerato lo stop una misura necessaria e si è detto meno certo della sicurezza dei vaccini; il 38% l’ha reputata una misura corretta e ha aumentato la consapevolezza che la campagna sia costantemente monitorata, mentre il 13% l’ha giudicata eccessiva ritenendo che i problemi fossero limitati e non tali da mettere in discussione l’efficacia del vaccino.
Secondo Ipsos diminuisce di soli 5 punti rispetto alla scorsa settimana la quota di coloro che dichiarano di volersi vaccinare non appena possibile, attestandosi al 52%; le persone più caute,
che preferiscono attendere per capire l’efficacia del farmaco o eventualmente poter scegliere quale vaccino utilizzare, passano dal 23% al 28% e coloro che dichiarano di non volersi far vaccinare salgono dal 9% all’11%.
Vaccino Astrazeneca, le disdette delle prenotazioni
Il confronto con altri paesi è impietoso. Il 62,1% dei giapponesi si dichiara favorevole a ricevere il vaccino anti CoViD. Il dato, che emerge dal sondaggio diffuso oggi dai media nazionali e condotto a gennaio dalla Tokyo Medical University, riporta la media di cittadini giapponesi favorevoli al vaccino su quella degli altri Paesi, dopo il saliscendi mostrato dai diversi sondaggi condotti nelle ultime settimane e che riflettevano umori altalenanti da parte dell’opinione pubblica.
Intanto fioccano anche le disdette, anche se non in tutto il paese. Se i forfait sono stati limitati nel Lazio e in Lombardia e se in Liguria sono stati inferiori al 3%, in altre regioni non è andata altrettanto bene. In Piemonte infatti hanno toccato il 10% e in Friuli Venezia Giulia hanno raggiunto quasi il 35%. Un sentiment confermato da Renato Mannheimer qualche giorno fa parlando con l’AdnKronos: “Al momento non abbiamo dati certi ma sulla base di nostri sondaggi precedenti posso dire che il timore è molto elevato, la gente si è agitata, soprattutto i più anziani che già avevano sospetti su AstraZeneca e ne hanno molti di più adesso. È possibile che anche quando fosse dato il via libera ci siano molte rinunce. C’é un clima di grave timore, si può dire serenamente che tra le persone anziane almeno il 30-40% è intimorita”.