Spese funebri per i morti di Coronavirus. Balla di Calderoli sulle cremazioni. Protesta contro lo Stato per i costi a carico dei familiari. Ma le fatture le emettono i Comuni e non il Governo

Più che uno scivolone sullo scandalo dei costi delle cremazioni, le dichiarazioni del senatore Roberto Calderoli sembrano una fake news bella e buona. Tutti ricordano le immagini devastanti dei camion militari che trasportano le bare dei morti da covid-19 da Bergamo ad altri comuni per permettere che le salme venissero cremate. Un evento struggente il cui costo è ricaduto sulle spalle delle famiglie bergamasche a cui è stato recapitato un conto – per giunta salatissimo – per il servizio a loro reso. Insomma oltre al danno di non poter nemmeno dare l’addio ai propri cari anche l’ingiusta beffa che ha fatto scattare come una molla il coordinatore del Carroccio che ha scritto un post su Facebook pieno di indignazione. Peccato solo che la rabbia del senatore sia finita contro l’obiettivo sbagliato, lo Stato, anziché contro quei comuni che hanno preso carta e penna per chiedere il rimborso e che, ironia della sorte, sono pure amministrati dalla Lega.

L’INDIGNAZIONE. La vicenda risale al 24 aprile quando un servizio del TG1 denuncia lo spiacevole fatto. Così Calderoli decide di sganciare quella che doveva essere una bomba nucleare contro il Governo ma che si è trasformata nel più classico degli autogol. “Cremazioni salme. Bergamaschi deve pagarle il Governo che non ha saputo evitare questa strage” è l’inizio del post del senatore che poi ringrazia il sindaco “di Ferrara, Alan Fabbri. per aver accolto le bare”. Ma quest’ultimo altro non è che il primo cittadino, in quota Lega, del comune da cui è partita una delle richieste di pagamento e che, dati alla mano, risulta tra i più cari in Italia per il servizio cremazioni, le quali costano quasi 600 euro.

Per quale motivo Calderoli abbia deciso di ringraziarlo non è dato saperlo. Anzi c’è da chiedersi come mai non abbia tuonato contro il sindaco perché la sua amministrazione, a differenza di quanto fatto da altri comuni in segno di solidarietà, non ha cercato di ridurre al minimo i costi. Per non farsi mancare niente, il leghista prosegue lo sproloquio con un monito: “Forse non ci siamo capiti e allora lo ripeto: il costo delle cremazioni delle salme dei cittadini bergamaschi deve pagarlo lo Stato” in quanto “dobbiamo ringraziare il Governo se questa pandemia è deflagrata nel territorio bergamasco e se per questa ragione abbiamo avuto i cimiteri esauriti e impossibilitati ad accogliere le salme dei nostri defunti”.

DECANO DELLA POLITICA. Sembra difficile capire trovare un senso a queste dichiarazioni. Del resto il senatore e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega vanta un curriculum istituzionale di lungo corso che lo ha portato a ricoprire il ruolo di ministro delle riforme istituzionali nel secondo governo di Silvio Berlusconi, di ministro per la Semplificazione Normativa nel Berlusconi IV e, attualmente, di Vicepresidente del Senato della Repubblica per addirittura la quarta legislatura. Insomma incarichi che ne dovrebbero fare un vero esperto del funzionamento dello Stato ma su cui, da sempre, Calderoli si incarta. Un caso su tutti, quello della sua legge elettorale del 21 dicembre 2005, da lui stesso definita “una porcata” e ribattezzata in “Porcellum”. Uno scempio che scatenò furibonde proteste fino ad arrivare davanti alla Corte Costituzionale che, in modo chiaro e senza appelli, bocciò il provvedimento. La Consulta, infatti, nel 2014 dichiarò per il Porcellum “l’illegittimità costituzionale parziale”.