Spettacoli no limits solo all’aperto. Un coro di No alle misure del Cts. Dubbi della Siae e pure lo sport reclama la capienza massima negli stadi. Locatelli: “Sulle discoteche valuteremo”

Dubbi della Siae e pure lo sport reclama la capienza massima negli stadi. Il coordinatore del Cts Locatelli: "Sulle discoteche valuteremo".

Spettacoli no limits solo all’aperto. Un coro di No alle misure del Cts. Dubbi della Siae e pure lo sport reclama la capienza massima negli stadi. Locatelli: “Sulle discoteche valuteremo”

Il Comitato tecnico scientifico è stato chiaro: con il green pass, può salire la capienza di cinema, teatri e sale da concerto solo se in zona bianca. Ma non poteva andare tutto liscio. E infatti proprio mentre Palazzo Chigi si accinge a prendere una decisione sulle riaperture – traducendo le indicazioni del Cts (leggi l’articolo) in un provvedimento di legge – piove sul tavolo del Governo l’altolà della Siae. La Società Italiana degli Autori ed Editori che boccia senza appello le nuove misure in arrivo.

PATTI CHIARI. “Sono insufficienti e francamente non oggettivamente motivate – argomentano -. Paradossalmente in Italia abbiamo il numero di vaccinati più alto d’Europa e le misure più restrittive. Attualmente infatti la percentuale di persone almeno parzialmente protette dal coronavirus è dell’83,24 per cento mentre il 77,99 per cento è completamente vaccinato. Ci era stato detto che con queste percentuali si raggiungeva l’immunità di gregge. Cosa è cambiato?”. E non è tutto. La Siae passa, infatti, dalle parole ai fatti. Con l’invito a firmare la petizione “su cultura100x100.it che in pochi giorni ha già raggiunto circa 15 mila firme.

Un intero comparto, quello dell’industria della cultura, dello spettacolo e dell’intrattenimento rischia di essere cancellato, soprattutto con riferimento a quei settori (musica, concerti, discoteche e locali da ballo) che non vivono di contributi pubblici. Ormai è un rischio reale e vicino e per capirlo basterebbe un po’ di buonsenso”. La contestata decisione del Cts arriva a seguito dei numerosi appelli rivolti al governo da parte delle associazioni di categoria attive nel campo dello spettacolo. E dopo diversi incontri a cui hanno partecipato i più grandi produttori di musica live. Che chiedevano la ripartenza a capienza piena dei grandi eventi e dei concerti al chiuso. Le proteste erano arrivate anche da personaggi celebri, Fedez in testa, che aveva tuonato contro gli assembramenti ai comizi politici.

Il leader m5s Giuseppe Conte si era detto d’accordo dichiarando di voler puntare alla capienza massima per il mondo dello spettacolo. E anche il ministro Dario Franceschini spingeva per il superamento delle restrizioni “mantenendo l’obbligo di green pass e di indossare la mascherina per la durata degli spettacoli”. Sulla stessa linea anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Il mondo dello sport – ha spiegato – reclama con pieno titolo e diritto la capienza massima all’interno degli impianti… L’alternativa sarebbe prevedere dei ristori per le società che hanno sempre fatto ricavi con il botteghino e ora sono in grandissima difficoltà”. Ma se al netto delle polemiche aumenta la capienza di teatri, cinema, stadi e palazzetti dello sport, d’altro canto resta confermato lo stop imposto per le discoteche e i locali da ballo.

I gestori, che da mesi chiedono di poter ripartire, a maggior ragione con l’introduzione del Green pass, sono sul piede di guerra e preannunciano proteste “rumorose”. Dal governo, però, arriva una sponda importante: “Io credo che le discoteche si possano riaprire, con Green Pass e limitazioni della capienza, perché danno occupazione e creano fatturato – ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa – ho un parere preciso che sto portando avanti con coerenza, confrontandomi con le sensibilità diverse all’interno del governo. I benefici delle riaperture delle discoteche si avrebbero anche per la sorta di screening dei ragazzi non vaccinati che entrerebbero con il tampone”.

Il principio che ha guidato tutte le riaperture, ha detto il presidente dell’Consiglio superiore di Sanità e coordinatore del Cts, Franco Locatelli, “è stato quella della gradualità privilegiando tutte quelle situazioni sociali di divertimento e di intrattenimento anche culturale connotate da un minor profilo di rischio”. “Questo – ha aggiunto l’esperto – è anche la ragione per cui negli stadi si è andati al 75% invece che al 100%. Sulla questione delle discoteche la valuteremo quando verrà posta”.