Italia, a rischio il 20% delle spiagge entro il 2050: lo denuncia il Rapporto ‘Paesaggi sommersi’

Per il Rapporto 'Paesaggi sommersi' della Società geografica italiana, entro il 2050 il 20% delle spiagge italiane potrebbe scomparire

Italia, a rischio il 20% delle spiagge entro il 2050: lo denuncia il Rapporto ‘Paesaggi sommersi’

Entro il 2050 circa il 20% delle spiagge italiane rischia di scomparire a causa dell’innalzamento dei mari, dell’erosione e della pressione urbanistica e turistica. Lo evidenzia il Rapporto della Società geografica italiana “Paesaggi sommersi”, presentato oggi, che delinea uno scenario allarmante ma non irreversibile se si interviene in tempo.

Secondo il Rapporto, le aree più vulnerabili includono l’Alto Adriatico, tratti della costa tirrenica tra Toscana e Campania, il Gargano e le zone costiere di Cagliari e Oristano. A rischio non ci sono solo le spiagge: quasi la metà delle infrastrutture portuali, oltre il 10% delle superfici agricole e vaste aree di paludi, lagune e zone anfibie – come il Delta del Po e la Laguna di Venezia – potrebbero subire gravi danni.

Italia, a rischio il 20% delle spiagge entro il 2050: il Rapporto ‘Paesaggi sommersi’

Il documento sottolinea anche la fragilità delle difese costiere: le barriere artificiali, che proteggono un quarto delle coste basse, rischiano di diventare sempre più costose e meno efficaci, aggravando il problema dell’erosione. Inoltre, la pressione turistica è un fattore chiave: i comuni costieri offrono il 57% dei posti letto turistici italiani, ma questo sviluppo incontrollato accelera il degrado del litorale. La salinizzazione dei terreni agricoli, come mostrato dall’avanzata del cuneo salino nel Delta del Po per oltre 20 km nell’estate 2023, mette a rischio raccolti e approvvigionamento idrico.

“Occorrerebbe una netta inversione di tendenza. I litorali bassi – le spiagge e i loro retroterra immediati – sono ormai edificati o artificializzati”, spiega Claudio Cerreti, presidente della Società geografica italiana. “Questo impedisce alle dinamiche naturali di adattarsi a variazioni del livello del mare o a eventi estremi come mareggiate e tsunami”.

Il Rapporto invita tuttavia a evitare catastrofismi, proponendo un approccio equilibrato per i decisori politici: rinaturalizzare le coste e sviluppare piani di gestione adeguati per le aree protette potrebbe rappresentare una strategia efficace per mitigare i rischi e salvaguardare le spiagge italiane.