Stimoli monetari alla crescita. La Bce continuerà ancora a lungo. La ripresa si annuncia più vigorosa del previsto. Ma il piano per la fase pandemica non frena

La ripresa si annuncia più vigorosa del previsto. Ma il piano di investimenti della Bce per fronteggiare la fase pandemica non frena.

Stimoli monetari alla crescita. La Bce continuerà ancora a lungo. La ripresa si annuncia più vigorosa del previsto. Ma il piano per la fase pandemica non frena

La ripresa economica accelera in tutta l’eurozona ma ancora per un lungo periodo la Bce non ridurrà gli stimoli monetari. Il consiglio direttivo riunito ieri ha rassicurato così i mercati, annunciando per il terzo trimestre un ritmo “significamente più elevato” di acquisti netti in ambito Pepp (il piano di investimenti per fronteggiare la fase pandemica) rispetto ai primi mesi dell’anno.

In soldoni, anche nei mesi estivi, gli acquisti netti dovrebbero aggirarsi, condizioni di mercato permettendo, attorno ai 75-80 miliardi di euro al mese. Nel complesso, secondo quanto indicato in conferenza stampa dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, il consiglio direttivo valuta in maniera più ottimista l’andamento dell’economia rispetto a marzo ma ritiene necessario mantenere un ampio grado di accomodamento monetario per garantire condizioni di finanziamento favorevoli anche alla luce di un aumento dei tassi di mercato che potrebbe destare qualche preoccupazione in prospettiva.

PRIME CREPE. Su alcuni aspetti di questa valutazione ci sono state vedute divergenti, in particolare sul ritmo di questi acquisti di titoli in ambito Pepp e sulla valutazione dei rischi per le prospettive dell’Eurozona, definiti come bilanciati mentre ad aprile erano stati indicati al ribasso per il breve termine. Sul lato dell’inflazione, la Bce ha rivisto al rialzo le stime sulla scia degli aumenti degli ultimi mesi che tuttavia sono considerati come temporanei o frutto di un raffronto particolarmente sbilanciato rispetto a un anno fa quando le attività economiche erano in stallo a causa della pandemia. In prospettiva l’inflazione tornerà a scendere a inizio 2022, ha detto Lagarde.

Dunque, la Bce non sembra vedere ancora le basi di una ripresa sostenuta nel lungo periodo, soprattutto con un mercato del lavoro ancora molto debole. La crescita del Pil per quest’anno è attesa al 4,6% contro il 4% stimato a marzo e al 4,7% nel 2022 (da +4,1%). Ciò nonostante, la Lagarde ha assicurato che è del tutto prematuro parlare di tapering (riduzione della politica monetaria accomodante) e che in consiglio non si è nemmeno discusso di una possibile exit strategy dal Pepp. Il tema promette di essere invece sul tavolo nella riunione di settembre (quella di luglio non dovrebbe riservare novità) quando la Bce presenterà il nuovo set di stime macro e dovrà fornire indicazioni sulle sorti del programma di acquisto, il cui orizzonte temporale è per ora fissato al marzo 2022.