Cartelle fiscali, blocco dei licenziamenti, ristori, cashback: sono state diverse le grane che il governo Draghi, alla prova del primo provvedimento economico (il decreto Sostegni), si è trovato ad affrontare. Ma oggi nel Consiglio dei ministri il sipario si dovrebbe definitivamente alzare sulla manovra chiamata a ridare ossigeno ad aziende, lavoratori e famiglie. Restano da sciogliere, alla vigilia, i nodi della cancellazione delle vecchie cartelle e della proroga del blocco dei licenziamenti. E toccherà al premier farlo e, dopo, a presentare il provvedimento in conferenza stampa.
Per le cartelle si starebbe discutendo del tetto e anche dell’arco temporale: fin qui si è ipotizzato di cancellare cartelle fino a 5000 euro tra il 2000 e il 2015. La misura è spinta dai partiti del centrodestra, alcuni dei quali pronti a chiedere la cancellazione dei debiti col fisco anche senza soglia. Ma l’ipotesi ha sollevato le proteste di Pd, Leu e parte del M5S contrari a un condono mascherato.
Si sarebbe raggiunta un’intesa, invece, su uno stop a rate e nuove cartelle fino a fine aprile, per poi spalmare l’invio degli atti del fisco in due anni. Sul blocco dei licenziamenti il ministro Andrea Orlando ha proposto la proroga fino a giugno per tutti e fino ad ottobre per quei settori privi della copertura degli ammortizzatori ordinari. I sindacati chiedono di mantenere lo stop fino alla fine dell’emergenza. Il divieto di licenziare si dovrebbe accompagnare con una proroga per tutto il 2021 della cassa Covid, che vale 3,3 miliardi, ma sempre prevedendo un doppio binario.
“Per un’analisi franca della situazione attuale – ha scritto nei giorni scorsi su Facebook lo stesso ministro Orlando – dobbiamo ricordare che è grazie a strumenti come il Reddito di cittadinanza e il Reddito di emergenza, oltre alle azioni per tutelare i posti di lavoro, che la crisi sanitaria, diventata crisi economica, non si è trasformata in modo ancora più drammatico in crisi sociale. Dobbiamo quindi pensare alla manutenzione e all’adattamento di questi strumenti, accanto al quale individuarne di nuovi a partire già dal Dl Sostegno, per far fronte in modo rapido e in via emergenziale al processo di impoverimento del ceto medio”.
Cinque i capitoli del decreto Sostegni: aiuti alle attività produttive, sanità e vaccini, enti locali, finanziamenti a scuola, cultura e filiere, pacchetto lavoro. Archiviati i codici Ateco degli ultimi ristori, l’aiuto si rivolge alle aziende con giro d’affari fino a 10 milioni. Oltre 5,5 milioni dovrebbero essere i beneficiari. Potranno accedere le attività con perdite di almeno il 30% (non più il 33%) mentre il calcolo dell’indennizzo sarà basato sulla media mensile delle perdite tra l’intero 2020 e l’intero 2019 (e non su due mensilità come ipotizzato finora).
Alla perdita media mensile si applicheranno 5 fasce di indennizzo in base al fatturato: 60% per le imprese fino a 100mila euro, 50% tra 100mila e 400mila euro, 40% tra 400mila e un milione, 30% tra uno e 5 milioni e 20% tra 5 e 10 milioni. Servirà una autocertificazione attraverso una apposita piattaforma messa a punto con Sogei, i contributi saranno poi erogati dall’Agenzia delle Entrate che farà ex post i controlli, per non rallentare gli aiuti. Ci saranno 60 giorni per fare domanda e si potrà scegliere tra bonifico e credito d’imposta: si andrà da minimo 1000 euro per le persone fisiche (2000 per le persone giuridiche) a massimo 150mila euro.
Tre milioni di soggetti dovrebbero ottenere in media circa 3.700 euro. Tra l’8 e il 10 aprile dovrebbero iniziare i primi pagamenti, con l’obiettivo di erogare 11 miliardi di risorse entro fine mese. Il ristoro è previsto anche per start up e imprese nate nel 2019 e 2020. Confermato anche il fondo ad hoc per la montagna, da 600 milioni.
Sul cashback la Lega e Fi tentano l’assalto per dirottare quei soldi altrove ma se la dovranno vedere con i grillini intenzionati a difendere la misura anti-evasione voluta dall’ex premier, Giuseppe Conte. Corposo il pacchetto lavoro. Oltre alla Cassa Covid, per gli autonomi arriverà un rifinanziamento da 1,5 miliardi del fondo istituito con la manovra per la riduzione o la cancellazione dei contributi. Altrettanto vale il rinnovo delle indennità per stagionali (cui arriverà un’una tantum di 2400 euro per coprire tre mensilità), lavoratori delle terme e dello spettacolo. Previste indennità anche per i 200mila dello sport.
Con il decreto Sostegni sarà rinnovato anche il reddito di emergenza per tre mesi e rifinanziato con un miliardo il Reddito di cittadinanza. Fondi anche per terzo settore e lavoratori fragili. Oltre 4,5 miliardi per la lotta al Covid tra finanziamenti per l’acquisto dei vaccini e dei medicinali, avvio della produzione, campagna vaccinale e fondi per la gestione commissariale. Dovrebbe essere introdotta una norma per consentire la somministrazione di vaccini nelle farmacie.
Agli enti locali arriveranno 3,3 miliardi in tutto (800 milioni per il Trasporto pubblico locale). E poi 300 milioni per la sicurezza nelle scuole e per la Dad, 400 milioni per la cultura, per sostenere anche cinema e spettacoli dal vivo, e altrettanti per rimpinguare il fondo sociale per interventi su specifiche imprese. Previsti 100 milioni per le forze dell’Ordine. E altri 100 per le filiere, dal catering alle fiere. Il decreto Sostegni arriverà in Cdm con una dote di 32 miliardi (leggi l’articolo), con una riserva di 500 milioni per le modifiche parlamentari. L’orientamento è quello di fare tre letture.