Stretta sulle Unioni civili. Pd spaccato e tra due fuochi

di Lapo Mazzei

C’era da aspettarselo. Un tema cosi caldo e complesso come quello delle Unioni civili e delle adozioni per le coppie dello stesso sesso non poteva che innescare un dibattito parallelo, se non addirittura triplice. Da una parte c’è la politica, con le sue alchimie e relativi giochi di palazzo. Dall’altra, invece, l’ideologia, con il confronto delle idee, dei principi e dei valori come dogmi. Nel mezzo c’è la realtà, fatta di bisogni concreti e esigenze legittime, dettate dall’esperienza. Dell’una e dell’altra parte in campo. La traduzione di tutto questo è un quadro complesso, dove le finte aperture, tipo quella del Movimento 5 Stelle, assomigliano a ricatti, mentre le chiusure, come quella del Nuovo centrodestra, hanno il sapore del rilancio al buio sapendo di aver avuto già buone carte in mano. Fuor di metafora davvero gli alfaniani sono pronti a rompere con il Pd se dovesse essere approvato l’intero impianto del decreto Cirinnà, adozione comprese, grazie al voto dei pentastellati? E davvero i grillini sono disposti a cedere sul tema delle alleanze facendo un grande regalo al Pd, soprattutto in chiave elettorale, votando il provvedimento scritto dall’esponente dem? Nell’uno e nell’altro caso è del tutto evidente che il Pd a trazione renziana sta giocando una partita legata alle prossime elezioni, non certo al futuro della società italiana. Le Unioni Civili, con il decreto Cirinnà, sono il grimaldello per scardinare i giochi dei grillini e degli alfaniani, lanciati come un treno in corsa contro le adozioni. Insomma, l’alleato del partito di maggioranza relativa rischia di ritrovarsi nudo alla meta. Comunque vada a finire. E così, mentre prosegue la discussione ufficiale in Aula, a lato continuano gli incontri ufficiosi tra i corridoi del Senato. L’obiettivo è quello di trovare una mediazione tra l’affido e la stepchild adoption all’interno delle coppie omossessuali. L’ultima ipotesi è il “pre-affido” di un anno prima di quella “definitiva”. Novità che riguarderebbe sia le coppie gay che etero. Ma i senatori dem incaricati di trovare un punto di caduta sono scettici: “È difficile. Anche tradurre tecnicamente in emendamento la cosa è complicato”, spiega un dem. Troppo, anche per i sofisti e i tecnici. Il problema è duplice. Da una parte, tecnicamente, si rischierebbe di rendere più difficile l’iter di adozioni per tutti; dall’altra parte, politicamente, intervenire sul punto rischierebbe di perdere il consenso grillino (che da sempre pubblicamente manisfesta la volontà di approvare il ddl Cirinnà “così com’è”) senza conquistare voti centristi. Del resto la coperta è corta e con i numeri ballerini del Senato ogni ipotesi di intervento rischierebbe di far saltare il banco. Per questo l’idea più accreditata, almeno per la maggioranza del partito, rimane quella di votare le soluzioni in campo (dall’emendamento Lumia che richiama il ruolo del giudice nel processo decisionale sulle adozioni alla preadozione di due anni a firma Pagliari Marcucci) con l’obiettivo di approvare il ddl senza modifiche.jjj