Sui diritti civili la Meloni punta al patto di Varsavia

Prima Vox, poi l’amicizia mai nascosta tra la Meloni e Orbán e ora la rinnovata intesa con la Polonia. Sui diritti civili si torna al Medioevo.

Sui diritti civili la Meloni punta al patto di Varsavia

Prima Vox, poi l’amicizia mai nascosta con Viktor Orbán e ora la rinnovata intesa con la Polonia. Se qualcuno si era lasciato incantare dai leader del Centrodestra che durante la campagna elettorale sembravano aver ammorbidito le loro posizioni sovraniste nonché conservatrici in materia di diritti civili, il risveglio deve essere stato piuttosto brusco.

Prima Vox, poi l’amicizia mai nascosta tra la Meloni e Orbán e ora la rinnovata intesa con la Polonia. Sui diritti civili si torna al Medioevo

“Ringrazio il presidente della Polonia, Andrzej Sebastian Duda, per le parole di apprezzamento che ha espresso nei miei confronti. Sono convinta anche io che Italia e Polonia possano e debbano rafforzare la loro collaborazione per difendere insieme i nostri comuni valori e la sicurezza europea”. Questo il messaggio scritto su Facebook da Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, e che con poche parole spiega in modo piuttosto chiaro quali siano le idee del Centrodestra. Già perché la Polonia tutto è tranne che un modello di virtù.

Certo Varsavia fa parte dell’Unione europea e della Nato, ma è anche uno dei quattro Paesi aderenti, assieme all’Ungheria di Orbán, del gruppo di Visegrád e che molto spesso è entrato in conflitto – ad esempio su migranti, giustizia e riforme istituzionali – con i principi fondanti dell’Ue. Ma c’è di più. Come ha detto lo stesso presidente polacco Duda, rispondendo alla Meloni, “Penso ci potrà essere una più forte collaborazione fra Italia e Polonia perché tutto quello che dice Giorgia Meloni è vicino alla mia visione, alla mia ottica, al mio modo di vedere. Ultimamente ho visto molte dichiarazioni della Meloni: anche noi crediamo che il sistema dei valori sia importante. Ci accomuna la politica della famiglia, base delle prosperità”.

E se tutto ciò è vero, c’è ben poco di cui gioire. Questo perché la Polonia è spesso al centro di contenziosi con Bruxelles per le sue posizioni su aborto, Giustizia e migranti, e risulta molto indietro rispetto a noi. A Varsavia, infatti, l’aborto è un miraggio tanto che lo scorso febbraio i parlamentari di destra hanno votato compatti per respingere una norma chiesta dai cittadini polacchi. Tanto per capirci in Polonia l’aborto è legale soltanto in sparuti casi ossia quando la vita della madre è in pericolo o in gravidanze frutto di uno stupro.

Così non può che preoccupare rilevare che uno dei primi passi della nuova legislatura sia proprio una proposta di legge del forzista Maurizio Gasparri (nella foto) che, per vie traverse, rischia di rendere ben più complicato interrompere una gravidanza. E appare davvero inverosimile la tesi, sostenuta a più riprese dalla stessa Meloni, secondo cui “certa stampa estera ispirata dalla sinistra descrive Fratelli d’Italia come un pericolo per la democrazia e la stabilità italiana, europea e internazionale”.

Insomma la premier in pectore sostiene che qualcuno sta creando apprensioni nei nostri alleati dove non ce ne sono. Peccato che dimentichi di dire che se davvero il suo governo viene visto con sospetto da mezza Europa ancor prima di essere varato, in parte la colpa è della sua stessa coalizione che sulle nomine dei presidenti del Parlamento ha letteralmente spaventato l’Ue.

Eppure che questo sarebbe stato l’andazzo lo aveva capito da tempo Giuseppe Conte. Proprio il leader del Movimento 5 Stelle a più riprese, non ultimo con un video pubblicato su Facebook di una settimana fa, aveva detto chiaro e tondo che “Giorgia Meloni ritorna a parlare ai suoi amici della ultradestra di Vox. Questa volta, più astutamente adotta toni pacati e composti. Ormai è da settimane che cerca di ostentare il proprio volto rassicurante per restare nelle grazie dell’establishment che lei stessa in passato ha più volte attaccato, e a cui ha assicurato, evidentemente, che certi interessi non verranno toccati”.

Un risultato ottenuto a metà visto che Conte stesso poco dopo la sbugiardava sottolineando che “qualcosa se l’è fatta scappare perché ha detto di voler fare come i suoi amici polacchi, che hanno portato al governo idee e misure di marcato carattere reazionario e antidemocratico”. Così, quasi profeticamente, il capo dei pentastellati spiegava che “se il modello di governo è quello polacco, la avvertiamo subito: noi non permetteremo in nessun modo arretramenti sui diritti e sui presidi democratici in Italia. Sia chiaro”.