Sui migranti Conte dice no allo ius soli e prende le distanze dal Pd: “I loro governi accoglievano in maniera indiscriminata”

Il leader del M5s, Giuseppe Conte, dice no allo ius soli e prende le distanze dal Pd sul tema dei migranti.

Sui migranti Conte dice no allo ius soli e prende le distanze dal Pd: “I loro governi accoglievano in maniera indiscriminata”

Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, prende le distanze dal Pd sul tema dell’immigrazione. In conferenza stampa alla Camera va all’attacco dei dem: “Nel Pd non si sentono riassunti dal termine accoglienza indiscriminata? In passato mi sembra che sia stata questa la declinazione dei governi loro, se non è così ce lo chiariscano”.

Conte se la prende con chi lo paragona alla destra di governo: “Come vi permettete di paragonarmi a questa destra? Ma la sinistra chiarisca quali sono le sue reali proposte, perché questo non è un Paese che può accoglierli tutti. Bisogna soccorrerli e poi accoglierli dignitosamente”.

La chiusura di Conte sullo ius soli

Il leader del Movimento 5 Stelle afferma anche il suo chiaro no allo ius soli: “Non voglio fare polemica ma posso dire che non sono d’accordo con lo Ius soli? Dobbiamo chiarirci oggi, se un domani saremo chiamati a una responsabilità di governo. Devo chiarire da ora che noi lo Ius soli non lo facciamo, facciamo lo Ius scholae”.

Conte continua: “Io parlo come la Meloni? Io ho proposto una terza via, cosa ho a che fare io con un governo che fa propaganda sull’immigrazione? Mi avete mai visto fare propaganda sull’immigrazione? Anche quando ero al governo con la Lega. Al di là della propaganda, io ho lavorato in Europa offrendo proposte e cercando di conquistare fiducia e credibilità. Se ottenevamo i ricollocamenti degli sbarchi non era per Salvini che non andava ai consigli europei dei ministri dell’Interno… Ero io che lavoravo per la ridistribuzione europea”.

Riforme, il leader M5s vuole la sfiducia costruttiva

Conte parla in conferenza stampa anche delle riforme costituzionali: “Noi partiamo da una diagnosi chirurgica e puntuale. Non partiamo dal presupposto di fare una proposta alternativa. Ma c’è un equivoco di fondo. Il problema non è che oggi il governo non è sufficientemente forte, il problema è la durata, e questo ci offre uno svantaggio competitivo. Bisogna lavorare per sopperire a questa disfunzionalità e sicuramente la sfiducia costruttiva è la chiave volta. Bisogna rafforzare, più che il governo, il presidente del Consiglio”.

Il leader pentastellato apre anche ad alcuni elementi del cancellierato, ritenuti “positivi”. Sul tema delle riforme il M5s è “disponibile a confrontarsi con le opposizioni”, ma non si siederà al tavolo con la maggioranza che chiede un “premierato fortissimo”.