Sulla cresta dell’onda. I calciatori sfoggiano look da rockstar. Più si trasgredisce più si fa tendenza

di Marco Castoro

Sui campi di calcio c’era una volta Gianni Rivera. Il golden boy. Aveva la lingua tagliente ma era sempre elegante, pettinato. In campo e fuori. Un bravo ragazzo di talento. Prima di lui c’era un altro campione dal look impeccabile e col ricciolo sempre a posto, Giampiero Boniperti. capitano e poi presidente della grande Juventus dell’Avvocato. Anche l’Inter aveva un capitano che in ogni partita sembrava appena uscito dal barbiere, Giacinto Facchetti. Facile dire: un’altra epoca. Anche loro erano dei ragazzi. Erano giovani e quindi si sarebbero potuti permettere qualche licenza in più per quanto riguarda il look. E invece tutti ligi al dovere. E al pettine. Adesso però il look del calciatore è esploso. Creste e acconciature da mohicani o scienziati pazzi imperversano. Per non parlare di tatuaggi e piercing. Più che calciatori sembrano rockstar.

MOHICANI
Nainggolan, Hamsik, El Shaarawy, Balotelli, Boateng, Vidal guidano la squadra dei mohicani. Gli mancano solo archi, frecce e lance per mettere paura ai nordisti. Se li avesse visti John Ford chissà magari un posto da controfigura in un western sarebbe stato garantito. Prima di loro c’era Gullit che quando correva sembrava un apache. Nainggolan ha tutto il corpo tatuato. Tra i tattoo non c’è neanche un centimetro di pelle. La cresta invece l’ha colorata di giallo. Per distinguersi da quelle classiche di Hamsik e SuperMario (quest’ultimo se solo avesse più cervello che cresta sarebbe perfetto). Il capitano del Napoli ha questo tipo di look sui capelli da quando aveva 14 anni. Quindi la sua cresta è d’annata (e non dannata). Idem per El Shaarawy. Che non se l’è mai tagliata. Gesto che invece ha fatto Pogba in questo campionato. E bisogna dire che il rendim ento del campione francese non è stato più lo stesso. Che la cresta porti fortuna? Mah. Anche Neymar recentemente si è dato una ripulita dal barbiere. Lui però i gol continua sempre a farli. Anche senza cresta.

PARRUCCONI
Tuttavia sui campi di calcio non si vedono solo creste. Troviamo la fascia e la tendina di Gervinho (per nascondere la calvizie), i capelli da scienziato pazzo di Marcelo del Real Madrid (il sosia di Ficarra).
Tanti parrucconi stile Valderrama. Da Fellaini a David Luiz e Cuadrado. Tutti con le ciocche di ricci al vento. Ben diverso dall’elegante Divin codino che sfoggiava Roberto Baggio. O dalla chioma bionda legata dietro alla nuca di Mexes. Oppure i capelli lunghi con la coda retta dall’elastico di Ibrahimovic.
Creste o parrucconi a tutti resterà in mente il capitano dell’Inter Javier Zanetti. Ha giocato 18 anni in Serie A sempre con la stessa pettinatura. Pioggia, neve e vento non hanno mai scalfito il suo ciuffo. Quei capelli sembravano disegnati come quelli dell’ispettoree Ginko, il nemico giurato di Diabolik.