Sull’attacco a Rafah si spacca il governo di Israele. Abu Mazen chiede agli Usa di intervenire

Hamas domani darà la sua risposta alla proposta di Israele sugli ostaggi. Netanyahu trema per la sentenza della Corte penale internazionale

Sull’attacco a Rafah si spacca il governo di Israele. Abu Mazen chiede agli Usa di intervenire

L’attacco a Rafah da parte di Israele. È quello che tutti temono, è quello che si tenta di scongiurare in queste ore. Il presidente palestinese, Abu Mazen, ha dichiarato che solo gli Stati Uniti a questo punto possono fermare l’attacco israeliano a Rafah, che costituirebbe “il più grande disastro nella storia del popolo palestinese”. “Ci appelliamo agli Stati Uniti d’America perché chiedano a Israele di fermare l’operazione a Rafah, perché l’America è l’unico Paese in grado di impedire a Israele di commettere questo crimine”, ha proseguito Abu Mazen, che si trova a Riad, in Arabia Saudita, per il vertice del World Economic Forum (Wef).

Le rassicurazioni su Rafah degli Usa

Israele “ci ha assicurato che non andrà a Rafah fino a quando non avremo avuto l’occasione di condividere il nostro punto di vista, le nostre preoccupazioni”, ha detto il portavoce del consiglio alla sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby in un’intervista a Abc. “La priorità per il segretario di Stato Antony Blinken in Medio Oriente” in questi giorni “è continuare a premere per un “cessate il fuoco temporaneo che duri almeno sei settimane e che consentirebbe” il rilascio degli ostaggi, ha spiegato Kirby sottolineando che Blinken parlerà con Israele “sulle loro intenzioni su Rafah, sui piani” che hanno delineato. “Dobbiamo capire meglio da Israele cosa intende fare” per Rafah, ha aggiunto Kirby.

Si spacca il governo israeliano su Rafah

Il governo israeliano appare diviso sulla questione. Secondo il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz, se il governo rifiuta l’accordo sugli ostaggi sostenuto dai servizi di sicurezza, “non avrà il diritto di continuare a esistere”. La dichiarazione di Gantz arriva dopo che il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha avvertito che il governo guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu non avrà “nessun diritto all’esistenza” a meno che Israele non invada Rafah. In un post su X, il capo del partito di estrema destra ha respinto l’accordo mediato dall’Egitto con Hamas per recuperare le dozzine di ostaggi israeliani a Gaza in cambio di ostaggi palestinesi e ridimensionare l’offensiva israeliana, definendola una “resa umiliante” ai nazisti sulle spalle di centinaia di soldati dell’Idf” che sono morti.

Alle parole di Smotrich ha fatto eco il ministro di estrema destra Itamar Ben Gvir, che ha twittato che “un accordo sconsiderato equivale allo scioglimento del governo”. Un alto funzionario di Hamas ha detto che il gruppo darà la sua risposta all’ultima controproposta di Israele per un cessate il fuoco a Gaza lunedì in Egitto. “Una delegazione di Hamas guidata da Khalil al-Hayya arriverà domani in Egitto e darà la risposta del movimento alla proposta israeliana durante un incontro con funzionari dell’intelligence egiziana”, ha detto il funzionario che ha voluto restare anonimo.

Trema Netanyahu per la sentenza della Cpi

Il ministro degli esteri Israel Katz ha dato istruzioni a tutte le ambasciate israeliane nel mondo “di prepararsi immediatamente per un’ondata di grave antisemitismo, focolai antiebraici e anti-israeliani”. Lo ha fatto sapere il ministero stesso giustificando la disposizione “date le voci sulla possibilità che Corte penale internazionale (Cpi) emetta mandati di arresto contro alti funzionari israeliani politici e militari”, a partire da Netanyahu. Che oggi sentirà il presidente Usa Joe Biden.