Sa che il suo Governo è comunque blindato, ha idee precise sugli obiettivi da raggiungere e sugli uomini con cui vuole realizzarle. Ha ben chiari anche gli interlocutori, in primis il Colle e poi i leader europei, da Ursula von der Leyen ad Angela Merkel. Assegnare degli incarichi ai rappresentanti dei diversi partiti che lo andranno a sostenere, con quella che sarà una maggioranza arcobaleno, sembra soltanto una fastidiosa incombenza per Mario Draghi e, mentre i partiti continuano ad azzuffarsi tra loro e pure al loro interno, ognuno alla ricerca dello strapuntino migliore, l’ex presidente della Bce appare ormai intenzionato a dar vita a un esecutivo sempre più tecnico, con la politica relegata ai margini.
Parla nel corso dei colloqui del programma, delle priorità per l’esecutivo, ma sulle poltrone sembra comunque avere un quadro ben delineato. Non più di due ministri dunque a Pd, Movimento 5 Stelle e Lega, uno forse a Italia Viva, ai centristi, a Leu e a Forza Italia, ma comunque nessun dicastero di peso. Per la politica, tanto per i giallorossi quanto per l’ormai ex opposizione di destra, ci sono solo briciole da raccogliere, con qualche contentino nel sottogoverno, tra viceministri e sottosegretari. A comandare sarà la squadra di Supermario.
I NUOVI POTENTI. Sul Mef il premier incaricato sembra orientato a mantenere l’interim, anche se circolano con insistenza i nomi di Dario Scannapieco, vicepresidente della Bei, di Lucrezia Reichlin, Carlo Cottarelli, Vittorio Colao, Luigi Federico Signorini, Marcella Panucci, Franco Bernabè ed Ernesto Maria Ruffini, attualmente al vertice dell’Agenzia delle entrate. Al Ministero dell’Interno continua ad essere considerata più che probabile la riconferma di Luciana Lamorgese, ma al suo posto potrebbe anche arrivare un altro prefetto, Lamberto Giannini.
Nel delicato ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Draghi sembra invece orientato a scegliere tra Daniele Franco, direttore generale della Banca d’Italia, Luisa Torchia, giurista, e Luigi Carbone, attuale capo di gabinetto al Ministero dell’Economia. Alla Farnesina, dove vorrebbe restare Luigi Di Maio, potrebbe arrivare Elisabetta Belloni, segretario generale del Ministero degli esteri, o Marta Dassù, ex viceministro degli esteri con Enrico Letta. Per il ministero della giustizia, dove c’è da raccogliere la pesante eredità di Alfonso Bonafede e dove non sarà semplice mantenere determinati equilibri, Supermario sembra ormai aver deciso di affidarsi a Marta Cartabia (nella foto), ex presidente della Consulta, anche se non sembra disdegnare l’ipotesi dell’ex ministro Paola Severino, che già è stata al timone di via Arenula con Mario Monti.
Delicata poi la scelta per l’istruzione, considerando le polemiche che da mesi vedono al centro la ministra Lucia Azzolina e le tante difficoltà nel garantire lezioni in presenza per via della pandemia. Draghi sembra così scommettere su Patrizio Bianchi, ex assessore in Emilia-Romagna, o Cristina Messa, già rettrice dell’Università Bicocca di Milano. Ai Trasporti , al posto di Paola De Micheli, potrebbe invece andare l’ex presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, o l’ex presidente dell’Istat, Enrico Giovannini.
IL RISIKO. Sul fronte politico intanto molte sono le aspirazioni dei big giallorossi, della Lega e di Forza Italia. Il Pd sembra puntare a un bis per gli attuali ministri Dario Franceschini e Lorenzo Guerini, anche se c’è chi continua a scommettere su Andrea Orlando e pure sul capogruppo Graziano Delrio. Leu, dove ancora domina l’incertezza sulla scelta della fiducia, pesando troppo la presenza in maggioranza della Lega, punta eventualmente su una conferma per Roberto Speranza e Bruno Tabacci, con i centristi, fallita la missione dei responsabili, spera in un ruolo per sé.
Tra i 5 Stelle, invece, cerca la riconferma Luigi Di Maio agli esteri e per il Ministero dell’ambiente sarebbero pronti sia Stefano Patuanelli che Stefano Buffagni, che passerebbero dai dicasteri economici a uno di maggior peso ma ora centrale con la green economy. Italia Viva invece pensa sia a un ritorno al Ministero dell’agricoltura per Teresa Bellanova che a Ettore Rosato. A destra, infine, il candidato più accreditato per FI è Antonio Tajani, mentre per la Lega è Giancarlo Giorgetti, anche se notevoli sono le ambizioni pure di Giulia Bongiorno e Gianmarco Centinaio. Più pretendenti che poltrone.