Tagli nel Pnrr anche sulle alluvioni. Dal governo un miliardo in meno

La denuncia di Ance e Cresme sulla revisione del Piano. Meno risorse per prevenire il dissesto idrogeologico.

Tagli nel Pnrr anche sulle alluvioni. Dal governo un miliardo in meno

L’ambiente non è mai stata una priorità per questo governo. E a dimostrarlo ancora una volta ci pensa il Pnrr, con le modifiche concordate dal ministro Raffaele Fitto con l’Ue che hanno portato a un taglio delle risorse per le alluvioni e il dissesto idrogeologico. La denuncia viene lanciata da Ance e Cresme che segnalano come la revisione del Piano abbia fatto scendere da 2,5 a 1,53 miliardi le risorse per le alluvioni e il dissesto idrogeologico. Di questi fondi previsti, 1,2 miliardi sono destinati alle recenti alluvioni in Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Il che vuol dire che resta sempre meno a disposizione del capitolo prevenzione.

La denuncia di Ance e Cresme sulla revisione del Piano. Meno risorse per prevenire il dissesto idrogeologico

Nonostante la spesa legata ai danni da alluvioni e dissesto idrogeologico sia triplicata dal 2010, raggiungendo i 3,3 miliardi l’anno. A cui si sommano altri 3 miliardi annuali per i danni legati agli eventi sismici. La presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, segnala che il governo era stato avvertito e avrebbe dovuto “fare attenzione a non definanziare le opere per il dissesto idrogeologico”. Sarebbe importante, prosegue Brancaccio, “non dare il segnale che non sia più un tema centrale per il Paese” e per questo è stato chiesto a Fitto di “assegnare velocemente questi fondi alternativi”. Segnale che però sembra già essere stato inviato.

Dei 2,5 miliardi inizialmente previsti ne sono rimasti 1,5. E gran parte andrà all’Emilia-Romagna e alla Toscana

Come viene sottolineato da Flavio Monosilio, direttore del Centro studi Ance, in occasione della presentazione del Rapporto sullo stato di rischio del territorio italiano, la precedente versione del Pnrr prevedeva 2,5 miliardi complessivi per il rischio idrogeologico: 1,3 al ministero dell’Ambiente e 1,2 alla Protezione Civile. Parte di questi fondi è stata dirottata “sulle emergenze di fatto” e così sono rimasti 1,53 miliardi. Tutto questo a fronte di un dato allarmante: in Italia oltre 8 milioni di persone sono esposte al rischio alluvioni.