Taiwan, fallisce il referendum del partito indipendentista: il KMT mantiene i suoi seggi e blocca l’agenda di Lai

Taiwan, fallisce il referendum del partito indipendentista: il KMT mantiene i suoi seggi e blocca l'agenda di Lai

Taiwan, fallisce il referendum del partito indipendentista: il KMT mantiene i suoi seggi e blocca l’agenda di Lai

Il Partito Democratico Progressista (DPP) del presidente Lai Ching-te subisce una significativa battuta d’arresto dopo che la sua campagna referendaria per destituire una serie di parlamentari dell’opposizione filo-cinesi si è conclusa con un nulla di fatto. Tutti i 24 legislatori del Kuomintang (KMT) sottoposti al voto di revoca nel fine settimana hanno superato la prova con ampi margini, blindando di fatto il controllo del Parlamento da parte dell’opposizione.

Il referendum, sostenuto da un movimento civico vicino alla linea del governo, mirava a colpire 31 parlamentari dell’opposizione, accusati di ostacolare deliberatamente l’agenda legislativa del presidente e, soprattutto, di mantenere una linea troppo morbida nei confronti della Cina. Ma il tentativo si è rivelato un boomerang per il DPP, rafforzando invece la posizione del KMT e del suo leader Eric Chu, che ha definito l’esito del voto “un chiaro messaggio per la stabilità politica del Paese”.

Stallo politico e freno all’agenda presidenziale

Il risultato del referendum alimenta uno stallo politico che rischia di paralizzare l’attività legislativa del governo Lai. Già oggi, il DPP dispone di solo 51 seggi, uno in meno rispetto al KMT, che può contare sull’appoggio determinante del Partito Popolare di Taiwan (TPP). Senza un’inversione nei rapporti di forza, appare difficile che il presidente riesca a far approvare misure chiave, in particolare quelle legate al rafforzamento della sicurezza nazionale e alla deterrenza militare nei confronti della Cina.

“La volontà popolare ha parlato”, ha detto il capogruppo del KMT Fu Kun-chi, definendo la campagna referendaria un tentativo maldestro di eliminare l’opposizione per via populista. “Taiwan ha bisogno di risultati concreti, non di una guerra tra partiti.”

DPP in difficoltà: “Serve ascoltare il malcontento”

Il segretario generale del DPP, Lin Yu-chang, ha commentato l’esito con tono autocritico: “Accettiamo con umiltà la volontà degli elettori. Dobbiamo riflettere sul sentimento popolare e lavorare per rispondere alle vere esigenze della società”.

Il tentativo del DPP, pur legittimato dalla legge taiwanese che consente il richiamo popolare dei parlamentari, è apparso a molti elettori come un’operazione divisiva e potenzialmente pericolosa per l’equilibrio democratico. Inoltre, molti dei collegi interessati erano tradizionali roccaforti del KMT, il che ha reso più arduo l’obiettivo di ribaltare i risultati.