Dagli Stati Uniti una pioggia di forniture militari per Taiwan. Protesta la Cina: “Basta ingerenze a supporto degli indipendentisti”

Taiwan verrà rifornita di armi dagli Stati Uniti. Protesta la Cina: "Basta ingerenze a supporto degli indipendentisti"

Dagli Stati Uniti una pioggia di forniture militari per Taiwan. Protesta la Cina: “Basta ingerenze a supporto degli indipendentisti”

Gli Stati Uniti si preparano ad aumentare in modo significativo le vendite di armamenti a Taiwan nei prossimi quattro anni, con volumi che, secondo fonti interne all’amministrazione, supereranno quelli registrati durante il primo mandato presidenziale di Donald Trump. Lo ha riportato l’agenzia Reuters, citando due funzionari statunitensi a conoscenza del dossier.

L’obiettivo è rafforzare la capacità di deterrenza dell’isola nei confronti della crescente pressione militare esercitata dalla Cina continentale, che da tempo considera Taiwan una “provincia ribelle” e non esclude il ricorso alla forza per riportarla sotto il proprio controllo.

Durante la presidenza Trump, tra il 2017 e il 2021, Washington aveva autorizzato vendite di armamenti per circa 18,3 miliardi di dollari. Nel corso del mandato di Joe Biden, la cifra si è ridotta a 8,4 miliardi. Ma con un possibile secondo mandato per Trump, l’amministrazione starebbe pianificando un rilancio deciso della cooperazione militare con Taipei.

Secondo gli analisti, una tale accelerazione potrebbe contribuire a rassicurare l’alleato asiatico sulla solidità dell’impegno americano nella regione indo-pacifica, dopo mesi di interrogativi sulla linea che Trump adotterebbe in politica estera se rieletto. I pacchetti in esame includerebbero sistemi missilistici, radar avanzati, munizioni intelligenti, ma anche servizi legati alla manutenzione e all’addestramento delle forze armate taiwanesi.

Dagli Stati Uniti una pioggia di forniture militari per Taiwan. Protesta la Cina: “Basta ingerenze a supporto degli indipendentisti”

La mossa, tuttavia, rischia di riaccendere le tensioni con Pechino, che ha più volte denunciato le vendite di armi a Taipei come una grave ingerenza negli affari interni cinesi e una violazione del principio dell’“unica Cina”.

Intanto, sempre secondo le fonti citate da *Reuters*, Washington starebbe esercitando pressioni sui partiti di opposizione taiwanesi affinché non ostacolino il piano del governo di portare la spesa per la difesa al 3% del PIL, considerato un obiettivo necessario per colmare il crescente divario militare con la Cina continentale.

L’amministrazione statunitense non ha rilasciato commenti ufficiali sui dettagli delle forniture previste, ma il segnale appare chiaro: l’impegno nella difesa di Taiwan resta una priorità strategica per Washington, soprattutto alla luce degli attuali equilibri geopolitici nell’area del Pacifico.