Tanto rumore per nulla. Da Trieste a Roma un D-Day senza incidenti. Nel giorno del Green Pass obbligatorio solo sit-in pacifici. Oggi si replica nelle città blindate

Nel giorno dell’entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass nei luoghi di lavoro, cortei e manifestazioni hanno mobilitato migliaia di cittadini.

Tanto rumore per nulla. Da Trieste a Roma un D-Day senza incidenti. Nel giorno del Green Pass obbligatorio solo sit-in pacifici. Oggi si replica nelle città blindate

Come preannunciato – e ampiamente prevedibile – nel giorno dell’entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass da esibire in tutti i posti di lavoro, da nord a sud presidi, cortei e manifestazioni hanno mobilitato migliaia di cittadini contrari al certificato verde (leggi l’articolo). Stavolta però tutto si è svolto senza particolari criticità, anche “nelle sorvegliate speciali” Roma e Trieste.

Nella Capitale, stando agli organizzatori, oltre 10mila si sono presentati in piazza al Circo Massimo alla manifestazione delle “sentinelle della Costituzione” ma, come ha tenuto a sottolineare l’avvocato Edoardo Polacco, promotore del sit-in, si è trattato di una protesta “pacifica”, “senza nessuna aderenza con Forza Nuova o con altri partiti”, in un clima sereno e senza tensioni: “Siamo qui per ristabilire l’equilibrio sociale. Non ci appartengono gruppi di provocatori, è la piazza della libertà: qui ci sono lavoratori mandati via nonostante un certificato negativo del tampone. Noi siamo il popolo, noi siamo la democrazia”.

Nessun problema neppure con le forze dell’ordine, anzi, nel corso dell’evento un gruppo di donne si è avvicinato con delle rose in mano agli agenti che con i blindati stavano chiudendo gli accessi alla piazza: “è un gesto simbolico importantissimo. Un gesto di pace”, hanno detto le manifestanti offrendo i fiori agli uomini in divisa che hanno accettato e ringraziato. Tutto è filato liscio anche nelle piazze teatro dei comizi finali dei due candidati a sindaco di Roma, che per la sfida al ballottaggio, dopo le periferie del primo turno, hanno scelto le centralissime piazza del Popolo (il dem Roberto Gualtieri) e piazza Campo de’ Fiori (il candidato del centrodestra Enrico Michetti) .

PORTI SOTTO CONTROLLO. A Trieste, città con il settimo porto in Europa per movimentazione totale di merci e il primo in Italia con 62 milioni di tonnellate, diventato l’epicentro italiano della protesta contro l’obbligo del Green Pass, in migliaia si sono presentati ieri mattina all’alba al varco 4, luogo di ritrovo della manifestazione annunciata dal Coordinamento dei lavoratori portuali. L’attività del porto è in ogni caso proseguita quasi con regolarità e, anche se con qualche rallentamento, il transito sia di vetture che camion e treni è stato garantito.

Gli organizzatori hanno ribadito che “non ci sarà nessun blocco”, e che “chi vuole andare a lavorare andrà a lavorare” ma Stefano Puzzer, il leader del sindacato autonomo che ha organizzato la manifestazione, ha però confermato anche ieri che “la protesta proseguirà fino a quando il Green Pass non verrà eliminato”, sempre dando la possibilità ai lavoratori che vogliono entrare di farlo. “Il governo – ha denunciato – ci ha messo uno contro l’altro e ha istigato alla violenza ma noi siamo tutti insieme, pacificamente, a difendere la nostra libertà di scelta e la costituzione italiana”.

A Genova circa 500 persone hanno bloccato la viabilità in lungomare Canepa e per qualche ora anche la rampa d’accesso della Sopraelevata, la principale arteria che porta dal ponente cittadino al centro mentre al porto di Ancona una manifestazione dei lavoratori dei cantieri unitamente a un tir in transito che si è fermato, ha di fatto bloccato l’accesso nord: in entrambi i casi, però, disagi contenuti e nessuno scontro. Tutto sotto controllo anche al porto di Gioia Tauro, il più grande scalo di import ed export italiano e a Messina, dove alcune decine di persone hanno protestato pacificamente davanti ai cancelli del porto senza creare disordini e a Venezia, dove i lavoratori dello scalo marittimo lagunare si sono tutti presentati al lavoro: l’80% si sono vaccinati oppure hanno fatto regolarmente il tampone e sono quindi in possesso del documento verde che permette di recarsi al lavoro.

Situazione tranquilla all’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia, tra le fabbriche più grandi d’Italia: in Puglia il Green Pass ha fatto il suo debutto in tra flop delle proteste e servizi regolari, senza blocchi né problemi. Si temevano l’assalto alle farmacie per i tamponi, le code in uffici pubblici e aziende all’orario di ingresso dei dipendenti, manifestazioni di protesta e, soprattutto, blocchi e disservizi nei trasporti: nulla di tutto questo è avvenuto.