Terapie intensive al 12%. Mai così basse da novembre. In tre settimane dimezzato il numero di ricoveri di malati Covid più gravi

In tre settimane dimezzato il numero di ricoveri di malati Covid più gravi nelle terapie intensive. Calano all'11% quelli nei reparti ordinari.

Terapie intensive al 12%. Mai così basse da novembre. In tre settimane dimezzato il numero di ricoveri di malati Covid più gravi

Scende ancora, fino a quota 12%, a livello nazionale, la percentuale di posti letto nelle terapie intensive degli ospedali italiani occupati da pazienti Covid e senza che nessuna regioni superi la soglia di allerta del 30%. Mentre calano all’11% i posti nei reparti ordinari, anche in questo caso con tutte le regioni sotto la soglia d’allerta, che in questo caso è del 40%.

Questi i numeri, relativi al 30 maggio, forniti l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas)  e basati su una rielaborazione di quelli forniti dal Dipartimento della Protezione Protezione Civile (qui il report). Si tratta dei valori più bassi, per quanto riguarda sia le terapie intensive sia i ricoveri ordinari, mai raggiunti dall’inizio del monitoraggio della stessa Agenas, ovvero da novembre 2020.

Secondo l’Agenzia, i dati sono ancora più significativi se si confrontano con quelli di due mesi fa: il 29 marzo, infatti, le terapie intensive Covid erano al 41% e i ricoveri Covid al 44%.  Il 10 maggio scorso la percentuale delle terapie intensive era del 24%: in tre settimane dunque il dato dei ricoveri di malati più gravi si è dimezzato.

Questo, nel dettaglio, è ora il tasso di occupazione nelle terapie intensive e nei reparti di area medica (malattie infettive, medicina generale e pneumologia) delle varie Regioni e Province autonome: Abruzzo (8% intensive, 10% reparti ordinari); Basilicata (2%, 13%); Calabria (11%, 26%); Campania (10%, 8%); Emilia Romagna (13%, 8%); Friuli Venezia Giulia (3%, 3%); Lazio (16%, 14%); Liguria (14%, 7%); Lombardia (17%, 13%); Marche (13%, 10%); Molise (5%, 4%); PA di Bolzano (3%, 4%); PA di Trento (14%, 4%); Piemonte (13%, 11%); Puglia (11%, 15%); Sardegna (6%, 9%); Sicilia (8%, 14%); Toscana (21%, 8%); Umbria (5%, 9%); Valle d’Aosta (3%, 3%); Veneto (5%, 5%).

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