Terremoto, dopo Napoli tremano anche le Marche

Nel pomeriggio una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 è stata registrata dall'Ingv al largo della costa del Conero.

Terremoto, dopo Napoli tremano anche le Marche

Una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 è stata registrata e ben avvertita dalla popolazione alle 16.36 di oggi, sulla costa del Conero, ad una profondità di 6 chilometri. La scossa, secondo quanto riferisce l’Ingv, è stata registrata 20 km al largo di Ancona e Pesaro in mare e non sarebbe stata avvertita sulla terra. Non si registrano danni a cose e persone.

Le scosse nelle Marche – 47 quelle significative nelle ultime settimane – sono legate agli eventi sismici che hanno interessato l’area costiera di Ancora e Pesaro il 9 novembre scorso, quando una scossa di terremoto di magnitudo 5.5 fece anche danni.

Nel pomeriggio una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 è stata registrata dall’Ingv al largo della costa del Conero

Ieri sera la scossa di magnitudo 3.8 a Napoli e nei comuni Flegrei

Ieri sera una scossa di terremoto di magnitudo 3.8 era stata registrata alle 19.45 a Napoli e nei comuni Flegrei. Anche in questo caso non ci sono stati danni, ma la popolazione è comunque preoccupata per lo sciamo sismico in corso da mesi. Il 13 settembre la Città Metropolitana di Napoli ha fissato una riunione tra il sindaco di del capoluogo campano, Gaetano Manfredi, e i sindaci dei Comuni flegrei per fare il punto sullo sciame.

L’esperto: “Sismicità potrà manifestarsi sia con eventi più forti che con sciami”

“L’ultimo terremoto avvertito anche nell’area di Napoli fa parte di un processo di fratturazione della crosta dei Campi Flegrei; crosta che progressivamente si sta indebolendo” ha spiegato il ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – Osservatorio vesuviano (Ingv-Ov), Stefano Carlino. “Finché ci sarà il sollevamento della caldera – ha aggiunto l’esperto parlando del terremoto di ieri sera – avremo questa sismicità che potrà manifestarsi sia con eventi più forti che con sciami. Quello che dovremo capire nell’immediato futuro è se la crosta continuerà ad avere lo stesso ‘comportamento’ o se osserveremo variazioni dal punto di vista di come si frattura”.