La guerra è appena iniziata. La prima battaglia si è conclusa con la decisione del consiglio d’amministrazione di Tim di accettare l’offerta del fondo statunitense Kkr per l’acquisto dell’infrastruttura di rete.
La delibera è stata approvata con 11 voti a favore e tre contrari: non era presente il rappresentante di Cdp. La stessa maggioranza ha anche deliberato che la decisione sull’offerta è di “esclusiva competenza consiliare”.
Contrari sono stati tre consiglieri indipendenti. Ma intanto Vivendi ha già annunciato di essere pronto alla battaglia legale, rigettando l’esito del cda e ribadendo la sua posizione, ovvero che la decisione doveva essere presa in un’assemblea straordinaria.
Il cda di Tim accetta l’offerta di Kkr sulla rete
Il prezzo della NetCo è stato fissato a 18,8 miliardi, a cui se ne aggiungeranno altri 400 in caso di entrata in vigore degli incentivi di settore entro la fine del 2025. Inoltre in ballo ci sono altri 2,5 miliardi in caso di fusione con Open Fiber, oggi bloccati per motivazioni legate alla concorrenza. L’offerta, quindi, raggiungerà fino a 22 miliardi totali.
Discorso a parte per Sparkle, la società che controlla i cavi sottomarini per la telecomunicazione: Kkr ha presentato un’offerta separata (non vincolante) che viene ritenuta incongrua dal cda. Che ha affidato all’ad Pietro Labriola il compito di cercare offerte migliori. Kkr presenterà la sua entro il 5 dicembre.
Per quanto riguarda la rete unica, invece, in un secondo momento entrerà in gioco anche il Mef, che ha pronti 2,5 miliardi per l’acquisto fino al 20% della NetCo. In partita ci sarà (per un miliardo di euro) anche il fondo F2i.
Vivendi annuncia una guerra legale sulla rete
Non c’è stata, quindi, un’assemblea ordinaria o straordinaria per la cessione della rete, come chiedeva Vivendi. I francesi sono contrari alla decisione del cda e sono i primi azionisti con poco meno del 24% delle quote.
Per Vivendi “i diritti degli azionisti di Tim sono stati violati e la decisione del cda è illegittima”. Per questo annunciano che utilizzeranno “ogni strumento legale” per contestare la decisione.
La scelta del cda viene contestata anche dal fondo Merlyn che aveva presentato un piano alternativo, senza la vendita della rete ma che puntava alla vendita del servizio commerciale e di Tim Brasil, prevedendo anche la sostituzione dell’ad. La lamentela, in entrambi i casi, è che non sono stati ascoltati tutti gli azionisti.
Sul caso è intervenuto anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: “Vivendi ha i suoi diritti e li eserciterà”, afferma. In ogni caso, Giorgetti sottolinea che “il Mef ha partecipato all’offerta, abbiamo fatto un’offerta e il consiglio di amministrazione l’ha accettata. Adesso ovviamente gli azionisti hanno i loro diritti, li faranno valere nelle sedi opportune, però il progetto è quello”. Intanto Tim in Borsa perde oltre il 2% nelle contrattazioni in mattinata.