Tim nel segno della continuità: Labriola resta alla guida, Figari presidente

Tim nel segno della continuità, l'assemblea - con l'astensione annunciata di Vivendi - conferma Labriola ad e nomina Figari presidente.

Tim nel segno della continuità: Labriola resta alla guida, Figari presidente

Nel segno della continuità: Pietro Labriola viene confermato amministratore delegato mentre la nuova presidente sarà Alberta Figari. Il futuro di Tim passa dall’assemblea ordinaria degli azionisti che, senza sorprese, ha confermato l’ad uscente e votato per un nuovo consiglio d’amministrazione di nove componenti per il triennio 2024-2026. Il compenso complessivo dell’intero organo sarà di 1,3 milioni. 

La lista di maggioranza, quella del cda uscente, ha ottenuto circa il 48,97% dei voti e ha eletto sei amministratori: oltre a Labriola, confermato ad, ci sono la presidente Figari e poi Giovanni Gorno Tempini, Paola Camagni, Federico Ferro Luzzi e Domitilla Benigni. I nodi da sciogliere erano quelli relativi alle altre liste depositate: con il 2,38% dei voti Merlyn Partners avrà come amministratori Umberto Paolucci e Stefano Siragusa, mentre la lista di Bluebell Capital Partners ha ottenuto l’1,01% dei voti, eleggendo così Paola Giannotti De Ponti. 

L’assemblea di Tim, con l’astensione di Vivendi viene confermato ad Labriola: Figari nuova presidente

L’assemblea ha nominato anche il collegio sindacale per il triennio 2024-2026 e in questo caso a uscirne vincitrice è la lista di Vivendi, che ha ottenuto la maggioranza con il 75,39% dei voti. Una lista di un gruppo di gestori dei fondi e Sicav ha invece ottenuto il 17,63%. Il presidente del collegio sarà Francesco Fallacara, primo tra i sindaci della lista di minoranza. Al suo fianco ci saranno Anna Doro, Massimo Gambini, Francesco Schiavone Panni e Mara Vanzetta e i supplenti Massimiliano Di Maria, Laura Fiordelisi, Paolo Prandi e Carlotta Veneziani. 

Proprio Vivendi ha giocato un ruolo cruciale nell’assemblea. Anzi, ha deciso di non giocarlo. In effetti già da lunedì sera era tutto previsto dopo che il primo azionista di Tim, con il 23,75% delle quote, aveva annunciato l’astensione. La conferma di Labriola era quindi assicurata dall’appoggio di Cdp. Al voto ha partecipato il 50,77% del capitale ordinario della società. La decisione di Vivendi è stata presa nonostante le critiche al board uscente, soprattutto per la scelta di vendere la rete a Kkr a un prezzo ritenuto troppo basso e senza il coinvolgimento degli azionisti. 

L’azionista francese ha comunque ribadito che porterà avanti la causa, pendente al tribunale di Milano, contro la decisione presa dal consiglio d’amministrazione proprio sulla cessione della rete al fondo Kkr. L’astensione è dettata dal fatto che Vivendi sostiene di non poter sostenere la lista di un consiglio “durante il cui mandato il titolo ha perso metà del suo valore e che è responsabile di aver approvato la vendita della rete fissa di Tim” a un prezzo ritenuto troppo basso.

Labriola punta al ritorno della remunerazione

Pericolo scampato per Labriola, quindi, che sottolinea l’importanza della continuità e punta al ritorno “alla generazione di valore sul mercato italiano”. Detto altrimenti, entro il tempo previsto dal piano vuole tornare “a remunerare gli azionisti”. 

L’assemblea ha approvato anche il bilancio del 2023, con una perdita netta di 995 milioni. Non è invece stata approvata la relazione sulla politica di remunerazione e sui compensi: i favorevoli sono stati il 41,98%, i contrari il 7,84% e gli astenuti il 50,08%. Allo stesso modo, bocciate anche le modifiche al piano di stock options 2022-2024. Ma, nonostante tutto, Labriola può tirare un sospiro di sollievo.