Toninelli ritira le deleghe a Siri. Ma il sottosegretario della Lega indagato per corruzione non intende dimettersi: “Non ho fatto niente”. Il M5S: “Non possono esistere zone d’ombra”

Il sottosegretario Armando Siri: "Non ho fatto niente di male: non ho ragioni per dimettermi"

“Alla luce delle indagini delle procure di Roma e Palermo, con il coinvolgimento della Direzione investigativa antimafia di Trapani, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha disposto il ritiro delle deleghe al sottosegretario Armando Siri, in attesa che la vicenda giudiziaria assuma contorni di maggiore chiarezza. Secondo il Ministro, una inchiesta per corruzione impone infatti in queste ore massima attenzione e cautela”. E’ quanto riferisce una nota del Ministero dei Trasporti in riferimento all’inchiesta che coinvolge il sottosegretario Armando Siri. “Non ho fatto niente di male: non ho ragioni per dimettermi” ha commentato il sottosegretario leghista.

“La politica di fronte a certe opacità non può soprassedere, pertanto riteniamo inevitabile e corretto il ritiro delle deleghe al sottosegretario ai Trasporti da parte del Consiglio dei Ministri”. Affermano, in una nota congiunta, i capigruppo M5S di Camera e Senato Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli. “Gli addebiti a carico del sottosegretario Armando Siri – spiegano i due esponenti pentastellati – relativi ai 30 mila euro ricevuti per favorire un imprenditore con legami piuttosto evidenti col crimine organizzato, se confermati sarebbero gravissimi. Siri ha tutto il diritto di chiarire la sua posizione, ma non può farlo dai banchi del governo. Non possono esistere zone d’ombra sull’operato dell’esecutivo: è fondamentale tutelare la fiducia dei cittadini”.