La Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, ha smantellato un gruppo criminale specializzato nelle scommesse online illegali e nell’autoriciclaggio. L’indagine, coordinata dalla Procura di Torino e condotta dalla Squadra Mobile e dalla Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo (S.I.S.C.O.), ha portato all’emissione di due misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e all’iscrizione nel registro degli indagati di altre 13 persone.
Gli investigatori contestano ai membri del gruppo i reati di associazione per delinquere, esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa, frode in competizioni sportive e autoriciclaggio. Le indagini, avviate nel settembre 2022, hanno rivelato un articolato sistema parallelo di gioco illegale con base in una sala scommesse di Trofarello, nel Torinese, gestita dai due principali indagati — entrambi italiani, nati rispettivamente nel 1985 e nel 1988.
Scommesse parallele e piattaforme illegali
Secondo quanto emerso, all’interno della sala era operativo un circuito clandestino di raccolta e gestione delle scommesse, del tutto estraneo ai canali autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Il gruppo utilizzava sofisticati software e spazi virtuali per permettere agli utenti di scommettere su piattaforme online non autorizzate, denominate betart.bet, specialbet.bet e crazybet. Gli scommettitori ottenevano linee di credito e fidi personali, un sistema che garantiva un flusso continuo di denaro e profitti per centinaia di migliaia di euro.
Autoriciclaggio e movimenti verso conti esteri
L’inchiesta ha svelato un complesso meccanismo di riciclaggio dei proventi illeciti. Attraverso l’analisi delle ricariche con carte prepagate e dei trasferimenti di denaro verso conti esteri, gli investigatori hanno ricostruito i flussi economici destinati a occultare l’origine del denaro. Parte delle somme veniva poi reimmessa in circuiti apparentemente leciti, configurando a tutti gli effetti il reato di autoriciclaggio.
L’attività investigativa — supportata da intercettazioni, pedinamenti e analisi forensi di smartphone e computer — ha permesso di documentare le operazioni del gruppo e di individuarne la rete di intermediari, che fungevano da collegamento tra i vertici e gli scommettitori.
Tra gli indagati anche un calciatore professionista
Secondo quanto accertato, tra gli intermediari figurerebbe anche un calciatore professionista, che avrebbe accumulato nel tempo un notevole debito di gioco.
La scoperta conferma come il sistema criminale non si limitasse alla gestione delle scommesse, ma si estendesse anche a forme di influenza sulle competizioni sportive, alimentando il sospetto di frode sportiva.