Toto Campidoglio, Meloni si autocandida. E il Carroccio la sostiene. Fratelli d’Italia rinuncia alla leadership nazionale. Ma pure il Comune di Roma è lontano

Con la bufera che soffia ancora forte sulla Capitale nel mondo della destra romana si provano a raccogliere i cocci.  L’obiettivo è trovare una figura che possa correre per il Campidoglio, in grado magari di correre anche se fossero necessarie elezioni anticipate. A rompere gli indugi c’ha pensato Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia dalle colonne del quotidiano La Repubblica: “Candidarmi io? Se me lo chiedono…”. E tanto per iniziare occorreva prendere le distanze dall’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nome finito nell’occhio del ciclone. E così è stato. “Le responsabilità politiche dell’ex sindaco sono evidenti”, ha affermato la Meloni, “quelle penali le accerteranno”. Una candidatura che per divenire tale passerebbe dalle primarie. Necessarie e non più rinviabili, secondo il percorso disegnato dalla Meloni stessa. Con la Meloni candidata non ci sarebbe nemmeno il candidato leghista. Perché il nome dell’ex ministro della Gioventù sarebbe uno di quei nomi che verrebbe sostenuto anche dal Carroccio. Come certificato dallo stesso Matteo Salvini: “Voterei Giorgia Meloni sindaco di Roma, si, perché no?”, ha detto il segretario del Carroccio su RaiRadio2 intervenendo al programma Un Giorno da Pecora. C’è poi l’incognita Alfio Marchini che già da tempo ha avviato la sua campagna elettorale. Con chi correrà non è dato saperlo. Se con una lista civica come l’ultima volta. O con una casacca. Fatto sta che Marchini proviene da un ambiente di centrosinistra, ma negli ultimi tempi gli ha strizzato l’occhio pure Silvio Berlusconi.