La tregua in Medio Oriente traballa ma Trump dice che presto annuncerà “la fase 2 del piano di pace per Gaza”

Trump pronto ad annunciare la fase 2 del piano per Gaza. Indiscrezioni di Al Arabiya confermano l’accordo, ma Hamas non si fida di Bibi

La tregua in Medio Oriente traballa ma Trump dice che presto annuncerà “la fase 2 del piano di pace per Gaza”

La tregua in Medio Oriente cammina su un filo sottile. Le prossime settimane potrebbero segnare una svolta, oppure far crollare tutto. Secondo Channel 12, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump annuncerà prima di Natale la seconda fase del piano di pace per Gaza. Un passaggio atteso e delicatissimo, costruito su settimane di colloqui tra Washington, mediatori regionali e Hamas. Subito dopo l’annuncio, il premier israeliano Benjamin Netanyahu dovrebbe volare negli Usa per coordinare il passo successivo.

Il cuore del piano è noto, anche se ancora non firmato da nessuna delle parti: Hamas dovrebbe rinunciare al potere di governo sulla Striscia e avviare un progressivo disarmo, prima delle armi pesanti – razzi, missili – poi di quelle leggere. In cambio, Israele ritirerebbe le sue forze oltre la Linea Gialla. Un alto funzionario americano, citato sempre da Channel 12, parla di “momento della verità”: Hamas dovrà decidere se accettare il percorso o affrontarne le conseguenze. La seconda fase prevede inoltre un Consiglio per la pace presieduto da Trump e la creazione di una Forza internazionale di stabilizzazione incaricata di mettere in sicurezza Gaza.

La tregua in Medio Oriente traballa ma Trump dice che presto annuncerà “la fase 2 del piano di pace per Gaza”

A rafforzare le indiscrezioni ci pensa l’emittente Al Arabiya. Fonti anonime, definite ben informate, sostengono che un’intesa sui primi passi del disarmo sarebbe già stata raggiunta. Non solo: Hamas avrebbe ribadito a Washington l’intenzione di porre fine al proprio dominio sulla Striscia, mentre Israele si sarebbe impegnato ad aumentare il flusso di aiuti. L’annuncio della Forza internazionale di stabilizzazione, secondo le stesse fonti, sarebbe imminente.

Eppure la fiducia resta un bene scarso. Lo dimostra un documento interno di Hamas, reso pubblico dal quotidiano saudita Asharq Al-Awsat e riportato da Channel 12. Il testo ordina ai dirigenti all’estero di adottare misure di sicurezza quasi clandestine: incontri senza telefoni né orologi, dispositivi elettronici tenuti a distanza, sale riunioni prive persino di condizionatori o router. Le precauzioni aumentano dopo l’uccisione del capo di stato maggiore di Hezbollah, Ali Tabatabaei, e il tentato attentato di Doha. Nonostante le rassicurazioni americane, i vertici del movimento dichiarano di “non fidarsi di Israele” e temono nuovi tentativi di eliminazione anche in Paesi non arabi.

L’Unifil denuncia: “Subito un nuovo attacco in Libano”

Sul fronte libanese, infine, la situazione resta tesa. L’Unifil denuncia un nuovo episodio di violenza: durante una pattuglia nei pressi di Bint Jbeil, sei uomini su tre motociclette si sono avvicinati al veicolo dei peacekeeper e uno di loro ha sparato tre colpi contro la parte posteriore. Nessun ferito, ma l’Onu chiede un’indagine completa e immediata alle autorità libanesi. Nella stessa nota, la missione segnala anche una serie di attacchi aerei israeliani nei villaggi di Marounah, Majadel e Baraashit, giudicati una violazione della risoluzione 1701. Unifil invita entrambe le parti a rispettare gli impegni per evitare un’ulteriore escalation.