Troppi poveri e salari bassi. Così scordiamoci le pensioni

Del Reddito di cittadinanza non c’è solo bisogno, ma c’è pure urgenza e necessità di estenderlo.

Neppure il tempo di essere battuti dalle agenzie di stampa, che arriva la reazione del garante dei Cinque Stelle, Beppe Grillo, ai dati resi noti con il Rapporto annuale dell’Inps sulla situazione dei salari e delle pensioni nel nostro Paese. “Numeri pazzeschi che devono assolutamente essere stravolti. Per farlo abbiamo l’urgente bisogno di un salario minimo. Adesso”, ha scritto Grillo sul suo blog.

Del Reddito di cittadinanza non c’è solo bisogno, ma c’è pure urgenza e necessità di estenderlo

“Il Reddito di Cittadinanza – si sottolinea nel post – aumenta la natalità nelle donne povere, diminuisce la mortalità e coloro che ne usufruiscono sono percettori attivi, ovvero persone che lavorano (il 20%, quasi 400mila persone). Il 30% dei lavoratori ha salari al di sotto dei 9 euro lordi l’ora, e donne e giovani sono i maggiormente colpiti dai salari bassi”.

Dunque del Reddito di cittadinanza non c’è solo bisogno, ma c’è pure urgenza e necessità di estenderlo, come d’altra parte aveva confermato appena qualche giorno anche l’Istat, concludendo che senza questa misura oggi avremmo almeno un altro milione di italiani sotto la soglia di povertà assoluta.

Eppure tutto questo non basta a far cambiare idea alle destre, che ne hanno fatto un bersaglio “ideologico” immedesimandovi gli arcinemici M5S. Così persino ieri, mentre il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, forniva i dati e cifre, Lega e Forza Italia festeggiavan la stretta alla misura inserita con due loro emendamenti al Dl Aiuti. Poca roba di fronte a Italia Viva, che con i poveri deve avere chissà quale conto aperto, e il Reddito di cittadinanza non lo vuole solo riformare, ma proprio abolire con un apposito referendum, non sia mai che i 400 milioni appena buttati per quelli sulla Giustizia siano parsi pochi.

Ma veniamo ai numeri dell’Inps. Nei primi 36 mesi di applicazione (aprile 2019-aprile 2022) il Reddito di cittadinanza ha raggiunto 2,2 milioni di nuclei familiari per 4,8 milioni di persone, per un’erogazione totale di quasi 23 miliardi di euro. L’importo medio mensile risulta per il mese di marzo 2022 pari a 548 euro per nucleo familiare, molto differenziato tra Reddito di cittadinanza (577 euro) e Pensione di cittadinanza (248 euro).

Per l’Inps è grazie anche al Reddito di cittadinanza che una parte cospicua dei working poors riesce a restare sul mercato e a ottenere un reddito che permette loro di sopravvivere. Il Reddito si fonde poi anche con un altro tema caldo: quello del salario minimo. Secondo l’Inps, la distribuzione dei redditi all’interno del lavoro dipendente si è ulteriormente polarizzata, con una quota crescente di lavoratori – oggi 23% – che percepiscono un reddito da lavoro inferiore ai 780 euro al mese, soglia di fruizione del reddito di cittadinanza.

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