Troppo inquinamento. L’aria in Lombardia sempre più irrespirabile

Legambiente pubblica i dati sull’inquinamento dell’aria in Lombardia, evidenziando la distanza siderale che divide le parole dai fatti.

Troppo inquinamento. L’aria in Lombardia sempre più irrespirabile

Nello stesso giorno in cui l’assessore regionale all’ambiente e clima Giorgio Maione (nella foto) annuncia che “l’educazione ambientale sarà al centro della nuova Legge regionale sul clima che la Giunta lombarda intende approvare entro quest’anno”, Legambiente pubblica i dati sull’inquinamento dell’aria in Lombardia, evidenziando la distanza siderale che divide le parole della politica dai fatti. Per il primo mese del 2024 i dati delle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria tracciano un quadro impietoso.

Legambiente pubblica i dati sull’inquinamento dell’aria in Lombardia, evidenziando la distanza siderale che divide le parole dai fatti

In particolare nelle grandi aggregazioni urbane, soprattutto Monza e Milano che già contano ben diciassette giorni di superamento della soglia critica per l’esposizione acuta all’inquinamento da polveri sottili (50 microgrammi/mc). accumulando e intrappolando tutti gli inquinanti rilasciati dalle attività umane. Non fanno meglio le altre città della pianura, a partire da Cremona e dagli altri capoluoghi, che risentono maggiormente delle polveri sottili secondarie, quelle che si generano in atmosfera quando gli ossidi d’azoto prodotti dal traffico pesante incontrano l’ammoniaca che esala dai troppi allevamenti intensivi che si concentrano nella pianura lombarda: qui, con l’esclusione delle fasce prealpine, la concentrazione delle polveri sottili eccede il valore di legge, e supera di dieci volte il valore guida per la salute umana raccomandato dall’Oms.

“Una vera e propria doccia fredda per una Regione che aveva da poco finito di esultare per i miglioramenti della qualità dell’aria registrati nel 2023, e che invece si conferma totalmente inadeguata a gestire l’attuale emergenza sanitaria da smog. Basti pensare che le misure di limitazione sono scattate solo lo scorso martedì, dopo ben sette giorni di progressivo e inesorabile accumulo di inquinanti”, scrive Legambiente Lombardia. Che mette a confronto la regione con quelle vicine, in particolare l’Emilia-Romagna, dove le misure erano state invece attivate prontamente, grazie ad un protocollo che prevede il ricorso ai modelli di previsione meteo.

Il report smentisce i toni trionfalistici della Regione per i miglioramenti registrati l’anno scorso

“Cosa ancora più grave per la Lombardia” specifica l’associazione ambientalista, “le misure si sono attivate solo in alcune province: ad esempio, nella provincia di Brescia non sono ancora previste limitazioni, per la banale motivazione che in una singola giornata, nell’arco di dieci giorni, la media delle misure delle centraline di tutta la provincia era risultata appena al di sotto della soglia critica”. La conseguenza è che nella provincia di Brescia, ma anche in quelle di Mantova, Lodi e Pavia, dopo i due mesi di fermo invernale, dal 30 gennaio sono ripresi, senza alcuna limitazione, gli spandimenti di liquami zootecnici nei campi coltivati, ovvero il tipo di attività che maggiormente impatta sulla qualità dell’aria. E la conseguenza è che, puntualmente, le concentrazioni di polveri sottili stanno ora nuovamente peggiorando.

Le maggiori criticità nelle aree di Milano, Monza e Cremona

“Ormai sappiamo tutto sul come e da quali fonti inquinanti si genera l’inquinamento atmosferico in Pianura Padana,” dice Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “In particolare, sappiamo che le prime cause sono legate al traffico veicolare e alle emissioni degli allevamenti. Non ci sono più scuse per una Regione che pare disinteressarsi alla salute dei suoi dieci milioni di abitanti, e che non solo non interviene con misure incisive sulle cause strutturali della cattiva qualità dell’aria, ma non è nemmeno in grado di governare le situazioni di emergenza sanitaria, quali sono quelle di questi giorni, attraverso tempestive ed efficaci misure di limitazione del danno e quindi delle attività più inquinanti: chi governa la nostra regione è colpevolmente inadeguato ad affrontare la crisi ambientale”.

Interessante, a questo punto, andare a rileggere quello che diceva l’assessore Maione soltanto tre settimane fa: “Per quanto riguarda la qualità dell’aria, il 2023, per la Lombardia, è l’anno migliore da quando è stata avviata la misurazione. I valori fotografano un continuo miglioramento e premiano le nostre politiche”.

 

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