Trovati pizzini e documenti nel bunker di Messina Denaro. Molti appunti sono in codice. C’era anche un poster de “Il padrino”

Pizzini e altri documenti presenti e sequestrati in uno dei covi del boss Matteo Messina Denaro. Il tutto è al vaglio della Procura.

Trovati pizzini e documenti nel bunker di Messina Denaro. Molti appunti sono in codice. C’era anche un poster de “Il padrino”

Pizzini e altri documenti rilevanti sono stati trovati in uno dei rifugi di Matteo Messina Denaro. Il tutto sempre a Campobello di Mazara, il centro siciliano divenuto il paese simbolo dopo la cattura del boss di Cosa Nostra. La Procura di Palermo, in queste ore, sta vagliando tutto ciò che è stato sequestrato finora.

Trovati pizzini e documenti nel bunker di Messina Denaro

In tutto gli immobili individuati dagli investigatori e che sono stati posti sotto sequestro sono quattro: l’abitazione di via Cb 31 intestata al prestanome Andrea Bonafede usata come base; il bunker individuato in via Maggiore Toselli; un terzo covo sempre nella stessa zona; e, in ultimo, la casa intestata alla madre di Bonafede.

Nel terzo rifugio del boss qualcosa di importante e rilevante è stato trovato. La Procura proprio ora è al vaglio di tutto ciò che è stato trovato e sequestrato nel bunker. Si tratta dell’agenda che era nel borsello del capomafia al momento del blitz, che conterrebbe anche riflessioni e pezzi di lettere, i due cellulari di Messina Denaro, post-it, appunti e documenti con sigle, numeri di telefono, nomi e cifre che riportano a una sorta di promemoria su investimenti e spese. Probabilmente molti saranno appunti in codice che dovranno essere analizzati a fondo. Tutto ciò si trovava nell’appartamento di vicolo San Vito e che sono ora all’analisi del Ris.

C’era anche un poster de “Il padrino”

Inoltre, nel bunker è stato trovato un poster particolare che spesso è presento nei covi dei boss, a prescindere se si tratta di camorra o mafia. Tra gli oggetti nell’appartamento del boss di Cosa Nostra, è stato trova un poster con il volto de Il padrino, quello interpretato nell’omonimo film in cui il protagonista, Marlon Brando, recita il personaggio di don Vito Corleone.

Inoltre, sull’eventualità che qualcuno possa essere entrato nei covi di Messina Denaro per ripulire e far sparire prove importanti subito dopo il suo arresto e prima dell’arrivo degli investigatori, il comandante del Ros, Pasquale Angelosanto, spiega: “Non siamo in grado di dire se qualcuno sia andato prima. Mi auguro che se ci sia stato qualcuno abbia lasciato qualche traccia. E’ un’ ipotesi, ma allo stato non siamo in grado di confermarla”.

 

Leggi anche: Mafia e politica? Per Piantedosi è acqua passata. Il ministro dell’Interno è convinto che le lezioni del passato siano state sufficienti