“Sulla pace decidi entro 7 giorni”, l’ultimatum di Trump a Zelensky. Ma l’Ue non ci sta e corre in aiuto di Kiev: “Prepareremo una controproposta per concludere la guerra”

“Sulla pace decidi entro 7 giorni”, l'ultimatum di Trump a Zelensky. Ma l'Ue corre in aiuto di Kiev: "Prepareremo una controproposta"

“Sulla pace decidi entro 7 giorni”, l’ultimatum di Trump a Zelensky. Ma l’Ue non ci sta e corre in aiuto di Kiev: “Prepareremo una controproposta per concludere la guerra”

Prima l’indiscrezione – poi confermata – sull’esistenza di un piano di pace a cui stanno lavorando Stati Uniti e Russia senza consultare l’Ucraina; poi addirittura la notizia di quello che sembra essere a tutti gli effetti un ultimatum consegnato da Donald Trump a Volodymyr Zelensky affinché decida entro il 27 novembre se accettare o meno la proposta. Basterebbe questo per capire quanto la situazione sia ingarbugliata, ma c’è dell’altro: Ucraina e Unione europea, critiche davanti a questa bozza di accordo, starebbero preparando una controproposta “maggiormente equilibrata” che, come già accaduto in passato, probabilmente non verrà nemmeno presa in esame dalla Russia.

Proprio nell’ora più buia per il leader ucraino, tra l’incontenibile avanzata delle forze di Mosca sul campo di battaglia e lo scandalo corruttivo che sta coinvolgendo il suo inner circle, da Washington è iniziato un forsennato pressing per convincere Zelensky ad accettare una bozza di accordo che, senza troppi convenevoli, egli ha già di fatto bocciato, in quanto equivarrebbe a una resa completa che non tiene conto di tre anni di strenua resistenza.

“Sulla pace decidi entro 7 giorni”, l’ultimatum di Trump a Zelensky

Nel frattempo, poco alla volta, si sta sollevando il velo dal piano di pace “top secret” strutturato in 28 punti. Una bozza di accordo che, stando a quanto riporta Axios, prevede: la gestione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, che passerebbe all’Aiea; la rinuncia definitiva – tanto da essere inserita nella Costituzione – all’ingresso dell’Ucraina nella Nato; un patto di non aggressione tra Kiev, Mosca e Bruxelles; la cessione del Donbass alla Russia, compresi i territori non ancora occupati; la riduzione dell’esercito ucraino a 600 mila unità. Lo stesso piano prevede oltre 100 miliardi di investimenti occidentali per la ricostruzione dell’Ucraina e, come forma di garanzia per la sicurezza di Kiev, il dispiegamento di jet europei in Polonia così da garantire la tenuta della pace.

Ma non è tutto: la bozza include anche il ritorno alle urne in Ucraina, da effettuarsi entro 100 giorni dall’eventuale firma del cessate il fuoco. In cambio, Mosca dovrà impegnarsi a non intraprendere nuove offensive militari, dovrà accettare l’estensione dei trattati contro la proliferazione delle armi nucleari e verrà reinserita nel gruppo del G8. Infine, per entrambe le parti è prevista la concessione di un’amnistia che impedisca l’avvio di procedimenti legali per crimini di guerra. Appare evidente che il piano contenga condizioni particolarmente dure per l’Ucraina che, a tutti gli effetti, sta lentamente perdendo la guerra.

Lo sa bene il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha rivolto una minaccia velata a Zelensky, sostenendo che “continuare la guerra non ha alcun senso per l’Ucraina ed è pericoloso”. Per questo, spiega il fedelissimo di Vladimir Putin, “il regime di Kiev deve prendere una decisione responsabile e deve farlo ora”, poiché di ora in ora “il margine di manovra per Zelensky si sta riducendo sotto i colpi dell’offensiva russa”. Un pressing asfissiante a cui, almeno per il momento, il leader ucraino sta resistendo con tenacia. Nel tentativo di trattare condizioni migliori, il presidente ucraino si è detto “pronto a collaborare con Trump”, con una telefonata tra i due leader che dovrebbe tenersi la prossima settimana per mettere a punto “una pace dignitosa”.

L’Ue non ci sta e corre in aiuto di Kiev: “Prepareremo una controproposta per concludere la guerra”

Come già visto negli anni scorsi, in questa crisi l’Unione europea fatica a giocare un ruolo sostanziale. Ma davanti a una proposta considerata “punitiva” verso Kiev e fin troppo “indulgente” verso Mosca, nonostante sia stata quest’ultima a dare inizio al conflitto, a Bruxelles sono ore febbrili. Come riporta il Wall Street Journal, i leader europei stanno elaborando una controfferta su come porre fine alla guerra in Ucraina, con condizioni alternative e più bilanciate rispetto a quelle contenute nel piano americano.

Un progetto su cui starebbero lavorando anche funzionari ucraini, ma che, almeno per ora, è ancora in fase embrionale e dovrebbe essere al centro di una riunione di emergenza tra Francia, Germania, Italia e Regno Unito a margine del vertice del G20 a Johannesburg. A darne notizia è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha confermato le indiscrezioni del Wall Street Journal, assicurando che presto sentirà Zelensky perché “non può esserci un accordo di pace senza coinvolgere l’Ucraina”. Una posizione sensata ma che, alla luce dell’intransigenza di Trump e Putin, i quali non sembrano disposti ad accettare accordi proposti da terzi, rischia di rinviare sine die la fine delle ostilità.