Ucraina, Tricarico: “L’Occidente gioca con il fuoco”

Parla il generale ed ex capo dell’Aeronautica, Leonardo Tricarico: "Umiliare la Russia avrebbe conseguenze devastanti".

Ucraina, Tricarico: “L’Occidente gioca con il fuoco”

Sono passati undici mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare, a suo dire esistono margini per arrivare a un cessate il fuoco?
“Bella domanda. Al momento la situazione è indecifrabile perché nessuno ha ancora palesato qual è lo stato finale che intende acquisire. Si tratta di un errore che abbiamo già commesso in passato durante le Primavere arabe quando l’Occidente ha realizzato degli interventi senza concordare quale dovesse essere il loro esito finale. Ma se in quel caso si sono venuti a creare dei danni tutto sommato metabolizzabili, come l’instabilità che vediamo ancora oggi in Libia, nel caso della Russia il problema che si verrebbe a creare sarebbe enorme e difficilmente gestibile”.

Possibile che nessuno abbia fissato un obiettivo?
“Che io ricordi l’unica volta in cui è stato chiaramente detto quale dovesse essere l’obiettivo finale dell’Occidente in questo conflitto è stato quando il ministro della Difesa americano, a Ramstein, ha detto che ‘dobbiamo fare in modo che Putin non rappresenti più una minaccia’. Bene se questo dovesse essere l’obiettivo reale, allora dobbiamo preoccuparci seriamente perché una Russia ridotta all’impotenza militare potrebbe causare conseguenze inimmaginabili anche per quanto riguarda i fragili equilibri geopolitici. Si tratta di un proposito inaccettabile di cui bisognerebbe chiederne conferma agli Stati Uniti. E se questa dovesse arrivare, allora dovremmo chiedere di mettere a fuoco un obiettivo diverso, più realistico e soprattutto meno problematico”.

In Italia si discute molto sulle parole del ministro Crosetto secondo cui, a causa dell’invio di armi a Kiev, i nostri arsenali sono rimasti a secco. Come stanno le cose?
“Smusserei la perentorietà di queste dichiarazioni perché ‘a secco’ non mi sembra il termine corretto. Dobbiamo tenere presente che le scorte italiane erano scarse anche prima di iniziare a inviare armamenti all’Ucraina. La realtà è che la nostra Difesa, ormai da molto tempo, non è parametrata a una guerra su vasta scala. Per questo Crosetto ha detto che per avere una Difesa credibile bisogna portare la spesa militare al 2% del Pil. Il problema è che in un recente sondaggio gli italiani hanno detto che non vogliono investimenti miliardari in questo settore”.

Intanto dagli Usa all’Ue si fa a gara nel fornire armi sempre più sofisticate all’Ucraina tra cui i Leopard 2 tedeschi, i Challenger britannici e gli Abrams americani. Ma a inizio guerra non si era detto che l’Occidente si sarebbe limitato a fornire soltanto sistemi difensivi, ammesso ne esistano, e nulla capace di colpire il suolo russo?
“Di sistemi difensivi ce ne sono ma di certo non sono quelli che ci stiamo apprestando a inviare. Detto questo, in linea di principio ogni arma può essere offensiva o difensiva in base al modo in cui la si utilizza. Pensiamo a un carro armato che se viene usato per scacciare un invasore, ha chiaramente uno scopo difensivo. Ma nulla vieta che lo stesso carro armato possa essere impiegato anche per attaccare. Ecco quest’eventualità è quella che va scongiurata perché le conseguenze potrebbero essere pesanti”.

Intanto dopo i carri armati, Zelensky alza il tiro e chiede pure missili a lunga gittata e caccia militari. Ma così non si rischia una nuova escalation?
“Guardi l’escalation è in corso, mi sembra piuttosto evidente. E con aerei da combattimento e missili a lunga gittata, il rischio è di gettare altra benzina sul fuoco. Proprio per evitarlo in passato gli Stati Uniti hanno fornito gli Himars che hanno una gittata limitata, necessaria per intervenire all’interno dei propri confini. Detto questo ho la sensazione che l’Occidente stia scommettendo sulla fine guerra per sfinimento ma bisogna stare molto attenti. Voglio provare a spiegarlo con un esempio. Si immagini due pugili che si affrontano sul ring. L’incontro può terminare in parità e senza che nessuno prevalga, neanche ai punti. Ora si immagini il caso in cui uno dei due ha con sé una pistola. Chi mi garantirebbe che quest’ultimo, messo alle strette e temendo la sconfitta, non finirebbe per usarla per prevalere? Ecco questo è il punto del discorso e mi creda che nel caso di Ucraina e Russia non dobbiamo arrivare a conoscere la risposta a questa domanda”.

Di questo passo non crede che dalle forniture di mezzi si passerà alla richiesta di tecnici e truppe da schierare sul campo?
“Escludo che qualche esercito occidentale potrebbe entrare in Ucraina se non nel caso in cui lo decidesse la Nato. Ma se ciò dovesse succedere significherebbe una discesa in campo della Nato e chiaramente è uno scenario da evitare”.

Biden e gli altri leader occidentali continuano a dire che non siamo in guerra. Eppure Putin la pensa diversamente tanto da considerarci già parte del conflitto. Per lei chi ha ragione?
“Noi non siamo in guerra semplicemente perché nessuno l’ha dichiarata né la dichiarerà mai. Pensi che Putin ancora oggi non la definisce tale. Dal canto suo Biden, il quale altro non è che il prodotto della sua stessa amministrazione, quand’è iniziata l’invasione ha avuto più di qualche sbavatura arrivando a definire Putin ‘un macellaio’. Successivamente ha corretto il tiro, normalizzando le sue dichiarazioni. In tal senso il mio sospetto è che i generali americani stiano cercando di avere un ruolo di moderazione contrapposto a quello muscolare del Consiglio di sicurezza nazionale e del Segretario di Stato”.

Se messa con le spalle al muro la Russia potrebbe decidere di utilizzare gli ordigni nucleari o si tratta di mere minacce?
“Il rischio c’è dal primo giorno ma in quell’occasione era un’eventualità del tutto teorica. Oggi le condizioni sono cambiate e quest’ipotesi è certamente più concreta. Tuttavia la ritengo ancora improbabile, seppur non impossibile”.

Generale Tricarico, secondo lei qual è la possibile via d’uscita da questo conflitto?
“L’unico modo possibile è attraverso un negoziato dove i due contendenti devono essere disposti a cedere qualcosa. Non vedo altra soluzione e per questo ritengo che un tentativo in questa direzione vada fatto il prima possibile”.