Ucraina, Trump pronto al passo indietro nei negoziati. E spiega perché Kiev non può vincere la guerra

Il presidente Trump parlerà con Zelensky e Putin solo dopo il bilaterale. Intanto Bloomberg "svela" un Piano Meloni per la sicurezza di Kiev.

Ucraina, Trump pronto al passo indietro nei negoziati. E spiega perché Kiev non può vincere la guerra

Donald Trump sarebbe pronto a un passo indietro nei negoziati tra Russia e Ucraina. A svelarlo, ieri, il Guardian, secondo cui “Trump intende lasciare che Russia e Ucraina organizzino un incontro tra i loro leader senza svolgere direttamente alcun ruolo per ora, facendo un passo indietro dai negoziati per porre fine all’invasione russa dell’Ucraina”.

“La fase successiva”, aggiunge il giornale citando fonti della Casa Bianca, “secondo Trump, per porre fine alla guerra rimane un incontro bilaterale tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Trump ha detto ai suoi consiglieri nei giorni scorsi che intende ospitare un incontro trilaterale con i due leader solo dopo che questi si saranno incontrati, anche se non è chiaro se tale conferenza iniziale avrà luogo e Trump non intende essere coinvolto in tale sforzo”, conclude il quotidiano.

La visione di Trump sulla guerra

Di sicuro il tycoon ieri riferendosi al conflitto ha postato su Truth la sua visione: “È molto difficile, se non impossibile, vincere una guerra senza attaccare il Paese invasore. È come una grande squadra sportiva che ha una difesa fantastica, ma non può giocare in attacco. Non c’è alcuna possibilità di vincere! È così che stanno le cose con l’Ucraina e la Russia”. Poi ha attaccato il predecessore: “Joe Biden, disonesto e gravemente incompetente, non ha permesso all’Ucraina di contrattaccare, ma solo di difendersi. Come è andata a finire? – ha continuato il presidente – In ogni caso, questa è una guerra che non sarebbe scoppiata se fossi stato io il presidente: Zero possibilità! Ci aspettano tempi interessanti”.

Zelensky detta le condizioni e Mosca risponde

Dal canto suo, Zelensky si è detto “pronto a ogni tipo di colloqui, ma non accettiamo un ultimatum”. “Vogliamo prima arrivare a un accordo sulle garanzie di sicurezza, solo dopo incontrerò Putin” ha aggiunto. Esattamente il contrario della posizione del Cremlino. “Inutile stabilire garanzie prima del faccia a faccia”, secondo il ministro degli Esteri Lavrov. E, per Mosca, le garanzie dovrebbero ricalcare quelle discusse a Istanbul nei colloqui del 2022. Lavrov ha poi ribadito che per Mosca è “assolutamente inaccettabile” un “intervento militare straniero in una parte del territorio ucraino”. Nonostante le dichiarazioni incrociate, la diplomazia è al lavoro per il faccia a faccia che si potrebbe tenere a Istanbul, Vienna, Ginevra o Budapest.

Per Bloomberg esiste un “Piano Meloni”

Secondo Bloomberg, infine, Giorgia Meloni avrebbe presentato alla “Coalizione dei volenterosi” una proposta di “garanzia di sicurezza” per l’Ucraina, che impegnerebbe i firmatari a consultarsi entro 24 ore su una risposta militare in caso di nuovo attacco alla Russia. Un meccanismo di assistenza collettiva che Bloomberg definisce “Nato light” e giudica “ben lontana dall’impegno di difesa collettiva dell’alleanza militare previsto dall’articolo 5” del Trattato atlantico. Le opzioni previste da questo meccanismo includerebbero sostegno militare, assistenza economica, rafforzamento dell’esercito e sanzioni alla Russia. Non è chiaro, precisa la testata, se il piano preveda l’invio di soldati in Ucraina da parte dei paesi europei. A marzo Meloni aveva in effetti parlato di un meccanismo simile all’articolo 5 nei termini di una soluzione alternativa e di lunga prospettiva.