L’Ucraina allo stremo, tour europeo di Zelensky a caccia di armi e aiuti

L'offensiva russa mette in forte difficoltà l’Ucraina. Ma Zelensky non si arrende e inizia un tour nell’Ue per cercare altre armi

L’Ucraina allo stremo, tour europeo di Zelensky a caccia di armi e aiuti

Malgrado la Russia continui ad aumentare la portata della propria offensiva, avanzando su più fronti e incontrando una resistenza ucraina sempre più debole, Volodymyr Zelensky non vuole cedere e prova a rilanciare le capacità del proprio esercito. Del resto queste settimane sono particolarmente dure per l’ex repubblica sovietica che, da un lato, tenta di difendersi dalle truppe di Mosca, sfortunatamente con ben pochi risultati, e dall’altro sta facendo i conti con le tensioni interne esplose a seguito dell’inchiesta sulla presunta corruzione che, per la prima volta, arriva a toccare l’inner circle del leader di Kiev.

L’Ucraina è alla canna del gas e Zelensky gira l’Ue per cercare altre armi

Davanti a questo scenario più incerto che mai e con il rischio concreto di un collasso del fronte difensivo, il presidente ucraino ha scelto la strada della diplomazia militare, inaugurando a Parigi un nuovo tour europeo alla ricerca di armi, alleati e garanzie di sicurezza. Un’urgenza che si percepiva già all’arrivo alla base di Villacoublay, dove ieri Emmanuel Macron lo ha accolto parlando di “eccellenza francese” al servizio della difesa di Kiev. Il faccia a faccia tra i due leader è stato definito “soddisfacente” da Zelensky, che ha annunciato di aver trovato un accordo “storico” per l’acquisto di cento caccia Rafale.

Si tratta di una collaborazione e di un programma decennale che, per Parigi, deve strutturarsi non solo puntando ai jet, ma anche e soprattutto investendo su sistemi radar, droni e sulla nuova generazione delle batterie antimissile italo-francesi Samp-T. Il tour porterà già oggi Zelensky in Spagna, dove verrà ricevuto dal re Felipe VI e poi dal premier Pedro Sánchez, che ribadirà – come anticipa la Moncloa – l’impegno di Madrid verso Kiev “in tutti i settori”.

La posizione di Italia e Germania

In tutto questo la Germania, da sempre strenuo sostenitore della difesa di Kiev dall’invasione di Mosca, continua a spingere sugli alleati affinché si trovi un accordo per finanziare gli acquisti di armi dell’Ucraina attraverso un prestito basato sugli asset russi congelati. Un’idea che Berlino considera ormai “l’unica via per garantire aiuti duraturi”, pur tra le perplessità di numerosi Paesi come il Belgio.

Un sostegno a cui non vuole sottrarsi l’Italia, che in queste ore sta preparando un nuovo pacchetto di aiuti militari che il ministro della Difesa Guido Crosetto illustrerà il 2 dicembre al Copasir. Anche questo provvedimento resterà secretato, come tutti i precedenti.

Eppure, mentre diversi Paesi si muovono continuando l’impegno in favore di Kiev, l’Unione europea appare spaccata più che mai. A lasciarlo intendere è Viktor Orbán, secondo cui l’Ucraina non ha “alcuna possibilità di vincere” e, perseverando con gli aiuti europei, finirà per “uccidere” l’Ue stessa. Parole che pesano come macigni in un’Europa costretta a confrontarsi con una guerra lunga, logorante e costosa. Parole che incrinano la narrativa della compattezza occidentale e che l’amministrazione di Vladimir Putin osserva con attenzione.

La Russia accelera l’offensiva

Se la situazione diplomatica appare a dir poco complicata per l’Ucraina, non va meglio sul campo di battaglia, con la situazione al fronte che per Kiev continua a deteriorarsi sempre più. In questo scenario il Cremlino continua a ripetere – come fa da mesi – di voler riprendere i contatti con Washington per discutere di un possibile accordo che ponga fine alla guerra.

Secondo il consigliere dello zar, Yuri Ushakov, “le comunicazioni (con Washington) continuano”, con le parti che stanno “discutendo in modo proattivo un possibile accordo sull’Ucraina”. Ma questa disponibilità a trattare non trova conferma nei fatti e, anzi, la novità è che Mosca, subito dopo, ha avvertito Washington che reagirà “in modo estremamente negativo” alle sanzioni secondarie che gli Stati Uniti stanno valutando di imporre nei confronti dei Paesi che collaborano con la Russia.

Tutte ragioni per le quali Zelensky – e di riflesso l’Ue – non crede alle parole del Cremlino verso la pace, visto che “nell’ultima settimana la Russia ha usato quasi mille droni, 980 bombe aeree guidate e 36 missili”. Solo ieri gli attacchi hanno colpito infrastrutture energetiche in cinque regioni, lasciando dietro di sé blackout e paura. A Balakliya, nella regione di Kharkiv, tre persone sono state uccise nella notte.

Nel frattempo Mosca avanza: ha rivendicato la conquista dei villaggi di Rovnopolye e Malaya Tokmachka, nella regione di Zaporizhzhia, e quella di Dvurechanskoje, nella regione di Kharkiv.