Le Lettere

Un missile per Tirana

Gli Usa hanno approvato la vendita all’Italia di 100 missili Jassm-ER al prezzo di 3,01 milioni di dollari cadauno. Che spreco. Con quelle somme si potevano costruire, che so, 20 ospedali.
Luca Bovese
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Gentile lettore, ospedali a parte, anche un bellicista incallito dovrebbe porsi qualche problema. Si tratta di missili aria-terra, lanciabili da jet o bombardieri. La gittata massima è di 1000 km. La domanda che sorge spontanea è: a che diavolo ci servono? Con chi hanno immaginato di guerreggiare i nostri eccellentissimi, valentissimi generali e ministri quando hanno pianificato l’acquisto? È difficile ipotizzare un nemico purchessia per l’Italia, ma anche sforzando la fantasia non si capisce l’utilità di quella gittata, esagerata per difenderci da un invasore entro i nostri confini (bastavano 300 km) e insufficiente per colpire un nemico a casa sua. Le distanze in linea d’aria tra Roma e gli immaginari nemici futuri sono: Tel Aviv 2277 km, Istanbul 1370, Il Cairo 2209, Mosca 2395, Kiev 1676, Belgrado 1100. Si può immaginare che l’Italia debba soccorrere alleati invasi dallo straniero, ma anche così la gittata è scarsa: Berlino 1176 km, Parigi 1100, Londra 1430. È vero che gli aerei possono in parte supplire avvicinandosi all’obiettivo (per esempio, per colpire Tel Aviv i jet potrebbero decollare dalla Sicilia e percorrere un tratto di mare prima di lanciare), ma anche così è arduo trovare obiettivi sensati. A meno che un governo di nostalgici dei bei tempi non pensi di aggredire (di nuovo) l’Albania: dopotutto, Tirana è comodamente situata a 643 km da Roma. Capisce perché perdiamo sempre le guerre?