Una staffetta contro la guerra in Ucraina

Una staffetta contro la guerra in Ucraina

Da quattordici mesi infuria la guerra in Ucraina ma per tutte le parti in causa la parola pace resta un tabù. Fortunatamente davanti a questo stallo da parte dei leader mondiali, sarà la piazza a chiedere la fine delle ostilità con una serie di iniziative ed eventi che culmineranno nel maxi flash mob di domenica promosso da uno sterminato elenco di intellettuali. Da Aosta a Lampedusa, infatti, l’Italia intera si metterà in marcia per la pace con la ‘staffetta dell’umanità’, promossa dal giornalista Michele Santoro, in un percorso lungo oltre 4mila chilometri.

L’Italia in marcia per la pace. Da oggi iniziative in tutto il Paese. Domenica il maxi flash mob per dire basta alla guerra in Ucraina

Con molta probabilità questa serie di iniziative segneranno una svolta nella propaganda bellicista perché dimostreranno, oltre ogni ragionevole dubbio, che la stragrande maggioranza degli italiani è contraria all’invio di armi a Kiev e chiede che il nostro governo, di concerto con l’Unione europea, promuova le trattative di pace. Un’iniziativa che sta ottenendo ben poca visibilità sui media main stream, forse preoccupati dall’impatto che potrebbe avere sull’opinione pubblica e sulla narrativa occidentale, ma che nonostante ciò sta riuscendo a coinvolgere migliaia di persone anche grazie alle numerose firme illustri che la stanno promuovendo.

Tra i tanti che hanno già aderito spiccano Alessandro Barbero (docente all’Università del Piemonte Orientale), Donatella Di Cesare (docente di filosofia teoretica all’Università La Sapienza di Roma), Tomaso Montanari (rettore dell’Università per stranieri di Siena), Piergiorgio Odifreddi (matematico e saggista), Emiliano Brancaccio (l’economista), Ugo Mattei (professore universitario di Diritto e presidente della commissione Dubbio e Precauzione) e Massimo Cacciari (filosofo ed ex sindaco di Venezia).

Tra chi sostiene questa iniziativa anche tanti politici a partire da Luigi De Magistris, leader di Unione Popolare nonché ex sindaco di Napoli, che ha ben chiaro come non ci sia più tempo da perdere. “Dobbiamo provare a fare qualcosa perché altrimenti finiamo per diventare complici o quanto meno indifferenti davanti a una tragedia che di giorno in giorno peggiora. Inviamo armi sempre più pesanti e pericolose, vediamo crescere le tensioni internazionali e non possiamo che notare come tutto sembra il preludio a una terza guerra mondiale” ha spiegato l’ex pm a La Notizia.

Un evento che sarà qualcosa di inedito visto che “la manifestazione non sarà centralizzata in un singolo luogo” continua De Magistris rivelando che ci sarà “una catena umana che unirà nello stesso momento tutti gli italiani, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, per premere affinché ci sia una svolta su temi fondamentali come quelli di arrivare a una conferenza internazionale di pace e per lo stop all’invio di armi”. Un evento a cui prenderà parte anche il Movimento 5 Stelle come confermato da Giuseppe Conte ai microfoni di Servizio Pubblico a cui ha rivelato che “è scontato che ci saremo. M5S per una causa giusta come questa è sempre disponibile”, oltre a Fausto Bertinotti (ex leader di Rifondazione comunista) e l’ex onorevole Cristian Romaniello.

Lungo anche l’elenco di esponenti della società civile come gli attori Ascanio Celestini, Elio Germano e Riccardo Scamarcio, e la cantautrice Fiorella Mannoia. Tutti loro chiedono, come si legge sul sito dell’iniziativa, di “riaccendere la speranza” perché “dopo più di un anno di guerra in Ucraina e centinaia di migliaia di morti, mettere fine al massacro, cessare il fuoco e dare inizio a una trattativa restano parole proibite.

Si prepara, invece, una resa dei conti dagli esiti imprevedibili con l’uso di proiettili a uranio impoverito e il rischio di utilizzo di armi nucleari tattiche”. Come si legge nel testo “si vuole imporre l’idea che non esista altro modo di porre fine alla guerra se non la vittoria militare di uno dei due contendenti” mentre “noi pensiamo che l’Italia debba manifestare in ogni modo la sua solidarietà al popolo ucraino abbandonando, però, qualunque partecipazione alle operazioni belliche”.