Usa divorati dai crimini d’odio. Nuovo massacro: uccisi nove afroamericani. E Obama punta il dito contro le armi facili

Ancora una strage contro gli afroamericani. Teatro dell’ultimo massacro è stato Charleston, nel South Carolina. Un 21enne, Dylann Storm Roof, ha aperto il fuoco in una Chiesa uccidendo nove persone. Il giovane, dopo la sparatoria, si è dato alla fuga ma è stato arrestato dalla polizia in Carolina del Nord. Secondo quanto raccontato dai sopravvissuti, il killer durante la lettura della Bibbia, avrebbe urlato affermazioni di tenore razzista: “Voi stuprate le nostre donne e state prendendo il sopravvento nel nostro Paese e dovete sparire”. Inoltre, fra i sopravvissuti alla follia assassina di Charleston c’è un bimbo di cinque anni che si è finto morto. Il killer avrebbe risparmiato una donna dicendole che la lasciava andare affinché raccontasse a tutti quanto accaduto. “Hate crime”, crimine legato all’odio, ha detto la polizia.

IL PROBLEMA DELLE ARMI FACILI
“Ora è il momento del cordoglio”, ha detto il presidente degli Usa, Barack Obama, “ma poi dovrà seguire una riflessione sulla questione. Stragi di questo tipo non accadono in altri posti con questa frequenza e sarebbe sbagliato non riconoscerlo”. Per il presidente Usa, che si è rammaricato delle “troppe volte” nelle quali è dovuto intervenire dopo episodi simili, “è in nostro potere fare qualcosa al riguardo”.

IL RITUALE
Ma le nove vittime sono anche un rituale tutto americano. Secondo l’Fbi, infatti, nel 2013 negli States ci sono stati 5.928 crimini legati all’odio; il 48,5% per questioni di razza, il 20,8 per l’orientamento sessuale, il 17,4 per fattori religiosi. Dei 3.407 episodi di violenza a sfondo razzista, il 66,4% è stato commesso contro afro-americani e il 21,4 contro bianchi. Tra l’altro, la zona di Charleston è stata di recente teatro di forti tensioni razziali dopo che un poliziotto bianco di nome Michael Slager è stato incriminato per aver sparato ad un nero, Walter Scott. Uccidendolo.