Vaccine day, Speranza: “Vediamo arrivare la luce del giorno ma abbiamo bisogno di resistere per alcuni mesi, serve ancora cautela e prudenza”

Vaccine day, Speranza: “Vediamo arrivare la luce del giorno ma abbiamo bisogno di resistere per alcuni mesi, serve ancora cautela e prudenza”

“Oggi è un giorno bello, è giusto che arrivi un messaggio bello a tutte le persone. Vediamo arrivare la luce del giorno ma abbiamo bisogno di resistere per alcuni mesi, serve ancora cautela e prudenza”. E’ quanto ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, commentando le prime tre vaccinazioni italiane contro il Covid (leggi l’articolo). “A partire dalla prossima settimana – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo – abbiamo 470 mila dosi da Pfizer in arrivo la scelta è di dare priorità al personale sanitario per noi fondamentale perché in prima linea contro la battaglia al covid e poi le persone più anziane. L’auspicio è che in un tempo congruo possano arrivare dosi sufficienti per dare a tutti una risposta. Il vaccino è gratuito e volontario ma l’invito a tutti i cittadini è di usare questa opportunità che viene dato dal governo”.

“E’ come se dopo una lunga notte – ha detto ancora Speranza a Repubblica -, potessimo finalmente rivedere l’alba. Il mattino però è ancora lontano. Dobbiamo scendere ad avere 50 casi su 100 mila abitanti, oggi siamo a 150. Dal 7 gennaio si tornerà al sistema delle aree colorate, che ha dimostrato di funzionare abbassando l’Rt da 1,7 a 0,82, senza bloccare tutto il Paese. L’arrivo del vaccino è quello che gli inglesi chiamano game changer, un punto di svolta che cambia gli equilibri”.

“E’ un momento da accogliere con gioia – ha ribadito il ministro della Salute -, ma dobbiamo essere consapevoli che non ne vedremo l’impatto epidemiologico ancora per un tempo significativo. Perché ci sia un effetto sul Rt, abbiamo bisogno che si vaccinino tra i 10 e i 15 milioni di persone, numeri che avremo in primavera inoltrata. Abbiamo davanti mesi in cui l’unica arma a disposizione continueranno a essere le misure non farmacologiche, che non potremo dismettere”.