Vaticano in campo per il Governo. Le vie di Conte sono infinite. Incontri riservati tra Parolin e diversi parlamentari. Con la benedizione di Civiltà Cattolica e del Quirinale

AAA nuovi responsabili cercansi. Lo scouting è in corso anche da parte del Vaticano, e a muoversi in cerca di sostegno per il governo Conte è nientemeno che il segretario di Stato Pietro Parolin, che silenziosamente e riservatamente, com’è costume oltre Tevere, sta incontrando parlamentari sia del Movimento 5 Stelle che dell’arco centrista. Sul fronte Forza Italia lo supporta un altro veneto, Domenico Menorello, ex Fi, ex Pdl, ex deputato di Scelta civica, oggi coordinatore regionale di Energie per l’Italia, il partito fondato dall’ex candidato sindaco di Milano Stefano Parisi.

A benedire la caccia è nientemeno che padre Antonio Spadaro, il direttore di Civiltà Cattolica, che con Giuseppe Conte ha ottimi rapporti personali. Tanto che il presidente del Consiglio il 1° febbraio ha partecipato, insieme a Spadaro e a Parolin, alla presentazione di un paio di libri presso la sede della rivista della Compagnia di Gesù. Qualcuno l’ha visto come il segnale della nascita di un “partito di Conte”, anche se la stragrande maggioranza del clero italiano fa più o meno apertamente il tifo per il centrodestra e solo alcuni esponenti (come il cardinale Matteo Zuppi a Bologna e gli arcivescovi Elio Castellucci a Modena, Bruno Forte a Chieti e Corrado Lorefice a Palermo) guardano al centrosinistra, e al Pd in particolare. Mantenere Conte a Palazzo Chigi farebbe però guadagnare tempo a un progetto più ambizioso: la nascita di quel partito cattolico moderno, autonomo e moderato il cui manifesto, presentato il 1° novembre, è stato coordinato da Stefano Zamagni, l’economista che papa Francesco ha voluto presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali.

L’appello per la costruzione di un soggetto politico ‘nuovo’ d’ispirazione cristiana e popolare è figlio di Politica insieme, l’associazione di cui fa parte il prodiano Zamagni, di Costruire insieme, che ha tra i promotori l’ex senatore Udc Ugo Tarolli, e di Rete Bianca, di cui è portavoce Dante Monda, il figlio del nuovo direttore dell’Osservatore Romano, Andrea Monda, nominato da Bergoglio in dicembre (e molto legato a Spadaro). Tra i firmatari c’è anche l’ex Dc Lorenzo Dellai, ex presidente del Trentino ed ex deputato di Scelta civica. E già più di mille aderenti, tra singoli e associazioni, si sono incontrati a Roma il 30 novembre per dar vita a “una grande area politica che sappia rappresentare le tante e variegate anime che non si riconoscono nelle formazioni sovraniste o populiste (riformisti, liberali e popolari)”.

Il progetto, si dice, piace al Colle. E non solo. Piace alla base dei vescovi (Gastone Simoni, emerito di Prato: “Sarei contento se i fedeli cattolici, oggi assai spaesati e incerti, potessero avere un’ipotesi in più di scelta elettorale”) e anche ai vertici, da Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, a Giovanni Battista Re, dal 18 gennaio nuovo decano del Collegio cardinalizio. Ci sarebbe pure la benedizione silenziosa del papa. Antonio Spadaro, considerato da parecchi non solo il vero spin doctor di Francesco (pure lui gesuita), ma addirittura il punto di riferimento di quel Cupolone vaticano in cui la Compagnia di Gesù ha assunto il ruolo di guardiana della rivoluzione bergogliana, sta tessendo incontri in giro per l’Italia per reclutare aderenti al nuovo soggetto politico. Che non sarà, come giura Zamagni, “una nuova Dc”. Ma spera di arrivare al 25-26 per cento.