Vernice contro il Senato. Tutti indignati, ma lo scandalo è un altro

Lanci di vernice contro il Senato. Tutti indignati, ma lo scandalo è un altro: pochi governi al mondo sono ostili all’ambiente come il nostro.

Vernice contro il Senato. Tutti indignati, ma lo scandalo è un altro

Sono stati gli attivisti di Ultima Generazione a rivendicare il blitz con cui ieri mattina hanno imbrattato di vernice la facciata del Senato. In tre sono stati arrestati e oggi Palazzo Madama ha annunciato che si costituirà parte civile contro di loro. Non c’è forza politica, fatta eccezione per Rifondazione Comunista, che non abbia condannato l’azione. Ma se è vero che il gesto è da censurare è altrettanto sacrosanto riconoscere che questo governo snobba qualsiasi istanza ambientalista e che chi crede nella causa non ha molti modi per farsi sentire.

Tutti indignati per il Senato imbrattato, ma lo scandalo è un altro: pochi governi al mondo sono ostili all’ambiente come il nostro

Insomma in Italia siamo lontani anni da quanto sta accadendo in Brasile dove Lula ha creato per la prima volta nella storia del paese il ministero per le Popolazioni indigene: la ministra sarà l’attivista indigena Sônia Guajajara. E ha nominato la politica e ambientalista Marina Silva ministra per l’Ambiente.

Già nel programma elettorale del centrodestra l’ambiente stava in fondo e dopo le affermazioni di principio sull’impegno a rispettare tutti gli obiettivi internazionali già assunti dall’Italia in fatto di riduzione delle emissioni inquinanti e sulla volontà di varare un Piano nazionale di economia circolare, subito dopo si parlava di dotare l’Italia della tecnologia nucleare, di puntare sui termovalorizzatori e di promuovere l’estrazione delle materie prime con un piano che prevede un’impresa di mining statale per l’esplorazione.

Insomma sulla carta il centrodestra promette qualche misura a favore dell’Ambiente, ma nei fatti tutte le sue azioni finiscono sempre per essere improntate al sostegno ai combustibili fossili e a dotare il Paese di impianti che continuano ad aumentare la produzione di anidride carbonica. Non solo rigassificatori e nucleare nel menu.

Il primo provvedimento del governo sul fronte ambientale è stato quello di sbloccare le trivelle

Il primo provvedimento del governo sul fronte ambientale è stato quello di sbloccare le trivelle e aumentare le concessioni per estrarre gas nel mare Adriatico. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, come prima dichiarazione dopo il giuramento aveva puntualizzato che si sarebbe mosso “nel solco di quanto fatto finora soprattutto in termini di energia” da Mario Draghi e dall’ex ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

Che hanno pensato bene, tra le varie soluzioni escogitate per rispondere alla crisi energetica scatenata dal conflitto in Ucraina, di riaccendere le centrali a carbone che secondo il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) avrebbero dovuto essere dismesse o convertite entro la fine del 2025. Illuminante poi le dichiarazioni rilasciate qualche mese fa dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Alla domanda se la crisi energetica imponga una frenata alla transizione ecologica, il ministro in soldoni ha risposto di sì. A dire di Urso la transizione ecologica va resa compatibile con i tempi di riconversione industriale. Ad esempio con una graduazione degli interventi nel settore automobilistico, adattando i tempi di introduzione delle auto elettriche alle effettive possibilità produttive. Come a dire se le aziende non sono pronte, le auto elettriche possono pure aspettare.

Da qui la disperazione di chi, come scrivono gli attivisti autori del blitz a Palazzo Madama, assiste impotente al “collasso eco-climatico”. Gli ambientalisti affermano, inoltre, che un “leggero barlume di incoraggiamento” arriva per il 2023 dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo discorso alla nazione ha dichiarato che “la sfida, piuttosto, è progettare il domani con coraggio.

Mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro, il futuro dell’umanità, significa affrontare anzitutto con concretezza la questione della transizione energetica’”. Ultima Generazione, rivendicando la sua azione contro il Senato, chiede di “interrompere la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale”.

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