Come la metti, la metti, per il centrodestra il campanello d’allarme è suonato. Eccome se è suonato. Erano 126 i comuni chiamati domenica e lunedì al rinnovo delle giunte. Fra questi quattro capoluoghi: Genova, Ravenna, Taranto e Matera. E gli occhi erano soprattutto puntati su Genova. Sebbene nelle vene della città ligure scorra sangue di sinistra, perdere per le destre la successione a Marco Bucci, che ha preso il timone della Regione, è stato un reale smacco.
In lizza c’erano sette candidati ma la sfida era tra Pietro Piciocchi per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra allargato, dal Pd al M5S passando per Avs fino ai centristi di Azione e Italia viva. La vicepresidente del Coni e atleta plurimedagliata si è imposta con il 51,6% su Piciocchi (44%) che di Bucci è stato vice in Comune a Genova oltre che super assessore con ben 26 deleghe, alcune delle quali pesantissime.
“Auguri di buon lavoro a Silvia Salis, neo-sindaca di Genova. La sua vittoria, con un margine così ampio e ottenuta al primo turno, è la dimostrazione che progetti nati dal basso ed inclusivi delle proposte della società civile sono percepiti dai cittadini come più vicini alle proprie esigenze e, per questo, meritori di fiducia ed entusiasmo”, ha dichiarato il presidente del M5S, Giuseppe Conte.
A Ravenna stravince il candidato del centrosinistra
Il centrosinistra aveva la vittoria in tasca al primo turno a Ravenna. Alessandro Barattoni, 42 anni, segretario del Pd, alla guida di una coalizione in versione campo larghissimo, è il nuovo sindaco della città. Alla fine si è attestato attorno al 58%. Un risultato trainato dal Pd (che si conferma sopra al 40%), mentre bisognerà probabilmente aspettare l’ultima scheda scrutinata per sapere quale sarà la seconda forza della coalizione con il Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra e perfino il Partito Repubblicano (che a Ravenna ha un radicamento di lunghissima tradizione che resiste) fra il 4 e il 5%.
Sono invece già cominciate le recriminazioni in casa centrodestra che si è presentato diviso in tre: Nicola Grandi, candidato di FdI e Forza Italia si è fermato attorno al 25%. Il decano dei consiglieri comunali, l’85enne Alvaro Ancisi è attorno al 6-7%: era sostenuto dalla Lega, che però si era a sua volta divisa con alcuni esponenti locali che avevano invece deciso di sostenere Veronica Verlicchi della lista civica ‘La Pigna’ (4-5%).
Batosta anche a Matera per il centrodestra che non passa su una sinistra divisa: andrà al ballottaggio
Il centrodestra ha preso un’altra batosta anche a Matera dove Antonio Nicoletti, scelto dal centrodestra unito, non è riuscito a vincere al primo turno su un centrosinistra diviso e andrà dunque al ballottaggio. In lista c’erano il civico Luca Prisco e tre esponenti, Roberto Cifarelli, Vincenzo Santochirico e Domenico Bennardi, di un centrosinistra frammentato e che è andato in ordine sparso senza il simbolo del Pd.
Nicoletti col 37% se la dovrà vedere con Cifarelli (44,3%), consigliere regionale del Pd. Il candidato M5S Bennardi viaggia intorno all’8%. Chiaro che per Pd e M5S dividersi è stato fatale.
Al secondo turno andrà anche Taranto
Al ballottaggio va anche Taranto. Lo spoglio è ancora in corso, ma le proiezioni indicano chiaramente un primo verdetto: Piero Bitetti, candidato del centrosinistra, è in vantaggio e si avvia verso il secondo turno. L’ex presidente del Consiglio comunale tarantino, sostenuto da un’ampia coalizione che include Pd, Avs e altre sei liste, si attesta intorno al 37% dei consensi.
Alle sue spalle si consolida la posizione di Francesco Tacente, avvocato 42enne, espressione di un’area civica sostenuta anche dalla Lega, senza simbolo ma con la dicitura Prima Taranto, Udc e Riformisti-Socialisti.
Tacente è dato intorno al 27%, segnando un sorpasso rispetto ai primi exit poll sul candidato del centrodestra ufficiale (FdI, FI, Nm e Pli) Luca Lazzàro, che si ferma intorno al 20%.
Il M5S ha scelto di correre da solo con la giornalista Annagrazia Angolano, che si attesta poco sopra il 10%, risultando quarta. Anche qui come a Matera dividersi per Pd e M5S è risultato fatale.