Le Lettere

Zelensky al capolinea?

Vedo che Zelensky comincia a essere criticato anche in Europa dopo che, invece di abolire la corruzione, ha abolito l’ente che indagava sulla corruzione. E poi c’è il fatto che il suo mandato è scaduto e non ha indetto le elezioni.
Aldo Samperi
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Gentile lettore, il mandato è scaduto il 20 maggio 2024, ma Zelensky aggiunse un discutibile codicillo alla legge marziale vietando le urne in tempo di guerra, con ciò scavalcando la Costituzione e prorogandosi il mandato a tempo indefinito: finché c’è guerra, lui rimarrà al potere. I governi occidentali sorvolarono su tale “piccolo” golpe bianco. Ora, con la soppressione dell’ente anticorruzione, l’ex attore ha completato l’opera. La sua legittimità ne esce molto ammaccata. L’altro giorno ne scriveva il Premio Pulitzer Seymour Hersch, il giornalista che rivelò il massacro nel villaggio vietnamita di My Lai, le torture americane nel carcere iracheno di Abu Ghraib e il sabotaggio americano dei gasdotti Nord Stream. Ebbene, Hersch dice che il probabile successore di Zelensky è Valerii Zaluzhnyi, ex Capo dell’esercito ucraino, destituito da Zelensky nel 2023 e mandato come ambasciatore a Londra. Scrive Hersh: “Funzionari di Washington mi dicono che la presidenza potrebbe passare a lui tra pochi mesi. Zelensky è nella short list per l’esilio, quando Trump deciderà di alzare il telefono. Se dovesse rifiutare, il che è probabile, mi dicono che sarà costretto ad andarsene con la forza”. Hersch raramente si sbaglia. Se davvero c’è un piano americano per sbarazzarsi di Zelensky, si spiegherebbero e critiche con cui ora anche l’Ue prende le distanze dal suo beniamino.