Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky torna a parlare di pace, ma con condizioni precise. In dichiarazioni diffuse oggi ai media, ha affermato che un incontro diretto con Vladimir Putin sarà possibile soltanto dopo la definizione di un accordo sulle garanzie di sicurezza per Kiev. “Vogliamo raggiungere un accordo sull’architettura delle garanzie di sicurezza entro 7-10 giorni. E sulla base di tale accordo puntiamo a tenere un incontro trilaterale anche con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump”, ha spiegato.
Le possibili sedi del negoziato
Zelensky ha citato la Svizzera, l’Austria e la Turchia tra le ipotesi per ospitare il faccia a faccia con Putin. “Svizzera, Austria, siamo d’accordo… Per noi la Turchia è un Paese della Nato e fa parte dell’Europa. E non siamo contrari”, ha sottolineato.
Pressioni internazionali e richiesta di sanzioni
Il presidente ucraino ha però ribadito di non vedere ancora “segnali da Mosca” di una reale volontà negoziale. Per questo, secondo lui, è necessaria una nuova ondata di pressioni internazionali, fatta di “sanzioni severe e dazi elevati”.
Un appello arrivato dopo l’ennesimo attacco massiccio delle forze russe, che la scorsa notte hanno lanciato 40 missili e 574 droni contro l’Ucraina, colpendo infrastrutture civili e aziende. Tra i bersagli, anche una fabbrica a capitale statunitense a Zakarpattia, dove sono rimaste ferite almeno 15 persone.
Il ruolo di Trump e il nodo Orban
Parallelamente, Zelensky ha reso noto di aver chiesto a Trump di convincere il premier ungherese Viktor Orban a smettere di bloccare l’adesione di Kiev all’Unione europea. Ieri era emerso che lo stesso Trump ha contattato Orban per esortarlo a rimuovere gli ostacoli.
La posizione di Kiev: nessuna concessione territoriale
Dall’entourage del presidente arriva anche la voce del consigliere Mikhailo Podolyak, che in un’intervista a La Repubblica ha escluso qualsiasi cessione di territori alla Russia. “In questo modo l’aggressore non paga il prezzo dell’aggressione, anzi. E allora perché dovrebbe fermarsi?”, ha dichiarato.
Secondo Podolyak, uno scenario realistico potrebbe essere il congelamento del conflitto lungo la linea del fronte, con i territori oggi occupati da Mosca sotto controllo russo de facto, ma da riportare progressivamente sotto sovranità ucraina tramite strumenti diplomatici ed economici.
Sul fronte delle garanzie di sicurezza, il consigliere ha parlato della necessità di un esercito ucraino forte e numeroso, sostenuto finanziariamente dagli alleati, e della possibile installazione in Ucraina di missili a medio e lungo raggio, capaci di colpire la Russia europea.
La situazione al fronte
Intanto, Zelensky ha denunciato un rafforzamento delle truppe russe a Zaporizhzhia, dove sono in corso spostamenti di uomini e mezzi dal fronte di Kursk.
Con queste dichiarazioni, Kiev mette sul tavolo le condizioni per un eventuale negoziato, chiarendo che il percorso verso la pace passa da garanzie internazionali solide, sostegno occidentale e nessuna concessione territoriale a Mosca.