Da un lato la proposta di pace per l’Ucraina formulata da Donald Trump, che piace a Vladimir Putin ma non a Volodymyr Zelensky; dall’altro la controproposta di Kiev e Bruxelles che, però, viene rigettata senza tanti convenevoli da Mosca e che non sembra scaldare il cuore di Washington. Mentre la guerra in Ucraina prosegue da quasi quattro anni, continua lo stallo diplomatico causato dai reciproci veti incrociati di Putin e Zelensky. Con quest’ultimo che oggi ha allontanato qualsiasi compromesso su eventuali cessioni territoriali se non decise da un voto popolare. Mentre Washington vuole che dal Donbass si ritiri l’esercito ucraino, ma non quello russo, come sottolinea lo stesso Zelensky.
Occidente spaccato in due
Per superare l’impasse, oltre al ben noto ultimatum di Trump all’Ucraina, che a suo dire dovrà accettare la proposta americana “entro pochi giorni” altrimenti “dovrà cavarsela da sola”, in queste ore si sta discutendo molto della controproposta che Zelensky e i leader Ue hanno preparato e già recapitato a Washington.
Che il leader della Casa Bianca abbia fretta di chiudere questo capitolo, così da sfruttare la situazione più per fare affari che per ripristinare davvero la pace, lo ha lasciato intendere lo stesso presidente americano, tornando a bacchettare Zelensky: “Non vogliamo perdere altro tempo con lui. A volte bisogna lasciare che le persone si affrontino da sole, e altre volte no”. Tanto che la Casa Bianca definisce Trump “frustrato” sostenendo che “non vuole più parole, vuole azione”.
Insomma, il messaggio è chiaro: gli Stati Uniti hanno finito la pazienza. Ed è ironico che ciò avvenga con il presidente ucraino e, di riflesso, con gli alleati europei che insieme si stanno adoperando per “difendere” Kiev, mentre non venga spesa nemmeno una parola per criticare la posizione intransigente del Cremlino, che ha avviato la guerra e respinge ogni proposta che non ricalchi pienamente le proprie richieste.
Trump bacchetta l’Europa: “Sono decadenti e non stanno aiutando la pace”
Critiche di Trump all’Ue che sono state reiterate anche ieri, quando ha detto di aver discusso con i leader di Francia, Gran Bretagna e Germania “usando parole piuttosto forti”, che non fanno che accrescere il distacco tra Usa ed Europa, quest’ultima descritta dal tycoon come “in decadenza” e “debole”, dunque con posizioni marginali.
A certificare relazioni quanto meno tese sono le indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal, che raccontano di un confronto sempre più acceso tra Stati Uniti e Unione europea su come immaginare la ricostruzione dell’Ucraina e, soprattutto, il futuro ruolo della Russia nell’economia globale. Stando a quanto riporta il prestigioso quotidiano statunitense, l’amministrazione Trump ha già consegnato agli alleati europei una serie di documenti riservati che illustrano un piano per utilizzare circa 200 miliardi di dollari di asset russi congelati a favore dell’Ucraina, piano che ha fatto storcere la bocca all’intera Ue.
Tra le proposte ce ne sono alcune davvero sorprendenti; una su tutte è la creazione di un enorme centro dati alimentato dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia, oggi sotto controllo russo e che dovrebbe finire in mano alle autorità statunitensi. Non meno complesso è il documento in cui viene illustrata la strategia americana per reintegrare la Russia nell’economia mondiale, coinvolgendo aziende statunitensi in settori strategici come terre rare, estrazioni artiche e nuovi flussi energetici verso l’Occidente, di fatto tagliando fuori l’Ue.
L’Unione europea non arretra di un millimetro e lancia la sua controproposta per la pace in Ucraina
Di tutta risposta, da Bruxelles hanno fatto sapere di voler usare i fondi russi congelati, depositati nelle banche europee, per garantire un prestito immediato a Kiev, ormai rimasta a corto di risorse per difendersi dall’offensiva russa. Proposte, quelle messe nero su bianco da ucraini ed europei, che — come spiegato dal cancelliere tedesco Friedrich Merz — servono a chiarire che “solo Kiev può decidere quale assetto territoriale può accettare”, in quanto “sarebbe un errore costringere Zelensky ad accettare una pace imposta e che la sua popolazione non sosterrà dopo quattro anni di sofferenze e morti”.
Il leader di Berlino ha anche aggiunto, senza fornire dettagli, che la controproposta — formulata assieme a Zelensky, Emmanuel Macron e Keith Starmer — contiene anche indicazioni su quali eventuali concessioni territoriali l’Ucraina sarebbe disposta a prendere in considerazione.
Muro contro muro
Ma se è difficile credere che Trump possa accettare questo piano di pace alternativo, appare scontato che Putin lo rifiuterà. Questo perché il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha già fatto sapere che “l’Europa sta cercando in tutti i modi di sedersi al tavolo delle trattative, ma le idee che coltiva non sono e non saranno utili ai negoziati” sull’Ucraina. Tanto più che, come dice Putin, la conquista delle regioni ucraine “si sta svolgendo in modo progressivo e sostenuto”.
Inoltre, Lavrov ha ricordato che la Russia non è intenzionata a una “tregua”, perché punta soltanto a una “pace duratura e sostenibile”, precisando che se questa non è stata raggiunta è perché “Zelensky vuole prolungare il conflitto” per mantenere il potere.
Dichiarazioni fortemente smentite dal leader ucraino, secondo cui “è la guerra che impedisce le elezioni in Ucraina, non la volontà politica”, e che se si combatte ancora — con l’ultima giornata particolarmente dura per entrambe le parti, a causa dei reciproci e ingenti bombardamenti — è tutta “colpa” di Putin che, a suo dire, proclama di voler porre fine alle ostilità mentre, in realtà, fa di tutto per continuare “a uccidere quanti più ucraini possibile”.